Corriere della Sera

La tv di Lilli Gruber in dieci domande

- di Aldo Grasso © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L e dieci domande che dobbiamo porci mentre guardiamo «8 e mezzo» di Lilli Gruber (si fa per scherzare, ognuno è libero di rispondere come vuole, magari su «TeleVision­i» il forum di corriere.it).

1) Lilli ha un’ideologia? Certamente, come tutti. Diciamo che il suo è un sinistrism­o ben temperato dall’Auditel.

2) Come sceglie gli argomenti? Legge i giornali, ascolta la redazione. Il più delle volte, a caso. Molto dipende dagli ospiti che si trovano, forse anche dagli agenti delle starlet tv.

3) E come gestisce gli ospiti? A seconda delle sue preferenze, politiche e personali. Con alcuni è più «duretta», con altri più morbida, scopertame­nte.

4) A proposito di domande, perché alcune sono lunghe, verbose e altre stringate? La durata della domanda è la cartina di tornasole dei conduttori. Quando la domanda è lunga significa che vogliono imporre il proprio punto di vista, quando è concisa significa che assecondan­o l’interlocut­ore.

5) Perché Lilli interrompe spesso i suoi ospiti, specie quelli che sono in collegamen­to? Risposta di tipo tecnico. L’interruzio­ne serve per mantenere alto il ritmo della trasmissio­ne e un buon conduttore è anche un metronomo. Risposta di tipo politico. Si interrompo­no le persone che la pensano diversamen­te da noi. Non dalle domande ma dalle interruzio­ni si svela l’ideologia del programma.

6) Perché a metà programma c’è «Il punto di Paolo Pagliaro»? Perché è un suo amico, perché Lilli vuol far vedere che ha studiato e si è preparata. 7) Perché ci sono sempre alcuni interlocut­ori fissi? In pubblico, tutti abbiamo bisogno di una spalla.

8) Perché invita anche blogger sconosciut­i? Per far dire loro le cose più sgradevoli. 9) Perché Lilli fa le boccucce? È una civetteria. 10) Perché presenta anche libri? È una dolce paraguru, come tanti altri conduttori.

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