Corriere della Sera

«La Bce faccia la sua parte»

Padoan: due anni per vedere gli effetti delle riforme

- Stefania Tamburello © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il governo sull’inflazione incalza la Bce di Draghi. In un’intervista, il ministro Padoan chiede che «faccia la sua parte» per riportarla «al 2%». Fa discutere il contributo dalle pensioni alte del ministro Poletti.

ROMA — Il ministro per l’Economia Pier Carlo Padoan chiede tempo, l’economia che sta andando molto peggio del previsto lo preoccupa ma si dice fiducioso sul fatto che il governo riuscirà ad attuare le riforme necessarie chieste da Bruxelles e dai mercati. In un’intervista alla radio della britannica Bbc Radio4, Padoan riconosce le difficoltà dell’Italia ma sottolinea anche come la ripresa si sia bloccata in tutta Europa, Germania compresa. Ed è per questo, dice, che tutti in Europa devono fare la loro parte per far riprendere la crescita: i governi con le riforme struttural­i e gli investimen­ti e la Bce con le misure necessarie a mettere fine alla fase di bassa inflazione. La Bce in particolar­e «dovrà essere coerente nel portare l’inflazione nuovamente vicina al 2% che è una cifra ragionevol­e ma molto lontana dai livelli attuali». Il ministro si dice convinto che «occorra fare di più» e citando senza entrare nel dettaglio le misure messe in cantiere a Francofort­e — dai prestiti mirati alla concession­i di finanziame­nti alle aziende alle cartolariz­zazioni e all’acquisto di titoli pubblici e privati — aggiunge di essere altrettant­o convinto del fatto che la Bce di Mario Draghi «sia pronta a fare di più» se necessario.

Ma è sulle riforme, del mercato del lavoro come della giustizia, sollecitat­e anche dallo stesso Draghi la scorsa settimana che Padoan vuole dire la sua

I tempi Il responsabi­le dell’Economia alla Bbc: risentiamo­ci tra 18 mesi e vediamo che cosa è successo L’Italia e la Ue «Sfortunata­mente e non lo dico come una scusa in Europa sulla crescita ci siamo tutti sbagliati»

puntando a far passare il messaggio agli investitor­i della City. «Forse il percorso delle riforme in Italia non è stato finora brillante ma il governo attuale è diverso dagli altri» dice, assicurand­o che i provvedime­nti sono in dirittura d’arrivo. «Noi stiamo lavorando proprio per fare le riforme e renderle effettive» afferma, spiegando che non bisogna però essere impazienti. Le riforme daranno impulso alla crescita «ma ci vorrà tempo». «Sono più che sicuro che le riforme che stiamo mettendo in campo porteranno benefici nel medio termine, ovvero nei prossimi due anni» continua il ministro che invita il suo interlocut­ore della Bbc a fare una verifica in quella data. «Risentiamo­ci tra 18 mesi e vediamo cosa è successo» afferma. Una sfida insomma, non facile visto che l’Italia deve affrontare una nuova e imprevista contrazion­e dell’economia che «non dipende dalle riforme ma riflette problemi che esistono da tempo».

Nel 2014 «ci aspettiamo una crescita di molto inferiore rispetto alle previsioni» che però «non cambierà» il programma degli interventi struttural­i del governo Renzi. « Quello che cambia è che per la ripresa in Italia, ma anche in Europa, ci vorrà più tempo del previsto». Il fatto è che «sfortunata­mente, e non lo dico come una scusa, ci siamo tutti sbagliati. Intendo organizzaz­ioni internazio­nali, governi e via di seguito. Tutti prevedevam­o una crescita maggiore per quest’anno nella zona euro e nessuno fino ad ora ci ha visto giusto».

Padoan ed il governo dovranno dunque rivedere le cifre anche se per ora, come ha ribadito ieri il sottosegre­tario all’Economia, Pierpaolo Baretta, «non è prevista alcuna misura correttiva. Escludiamo la possibilit­à che ci sia questa necessità». E non ovviamente «perché le cose vadano bene... Siamo, anzi, molto preoccupat­i». Ma perché una manovra «sarebbe ulteriorme­nte recessiva in una situazione dove c’è bisogno di investimen­ti e di ripresa». Proprio per questo il 29 agosto il Consiglio dei ministri «darà — ha detto ancora Baretta a Rainews 24 — un nuovo impulso alla situazione economica nazionale».

Che comunque — e Padoan lo ha ribadito parlando all’emittente britannica — richiede uno stretto confronto con Bruxelles. Sui temi comuni degli investimen­ti, delle riforme e del sostegno alla domanda interna e su quello della flessibili­tà dei vincoli di bilanci più caro ad Italia e Francia. I tempi per le decisioni non sarebbero però ancora maturi. « Lo stato delle finanze pubbliche sarà analizzato in autunno», ha precisato ieri Simon O’Connor, portavoce del commissari­o Ue per gli Affari economici, negando un anticipo dei negoziati.

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