Corriere della Sera

Jihadiste venute da Londra: orrore, kalashniko­v e Twitter

Le ragazze britannich­e arruolate con l’Isis mostrano scene di vita quotidiana e nefandezze sui social network

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Fabio Cavalera

LONDRA — La ragazza della porta accanto ha il kalashniko­v. E su Twitter lancia un messaggio con la sua foto. È coperta dal velo nero, ha il fucile in spalla e scherza in inglese «lol the khalash is so big on me» ovvero: che ridere il «khalash» (Kalashniko­v) è così grande su di me. Ha un indirizzo sui social network, si firma con un nome difficile che nasconde la vera identità, «Umm Khattab al-Britaniyya», e che significa «Madre delle Prediche dalla Gran Bretagna». Diciotto anni, è londinese ed è partita per arruolarsi con i miliziani dell’Isis in Iraq.

Una giovane come tanti e tante, all’apparenza tranquilla, persino banale. La ragazza della porta accanto che incroci, con la quale parli e sorridi. Che però, all’improvviso, sparisce e adesso rilancia su Twitter l’immagine, da lei scattata in una città irachena, delle teste decapitate agli «infedeli», «decorazion­i» (così scrive) per la festa musulmana del sacrificio. L’ha poi rimossa. Ma nei post che invia dall’Iraq insiste: «Quando vai a liberare una terra, tieni dieci proiettili nel tuo fucile, uno per il nemico, nove per i traditori».

Dicono che siano fra i 500 e i 700 i ragazzi britannici, di famiglia musulmana, arruolati nell’Isis. Una dozzina le ragazze, le wags dell’Isis, mogli e fidanzate che hanno sentito il richiamo della guerra santa e si sono arruolate. Novecento sarebbero i francesi. Poi i figli di emigrati in Svezia o in Australia. Li si incontra facilmente. Perché usano Twitter e Internet per incontrars­i, parlare, mandare

Volontari

foto, fare propaganda, urlare frasi farnetican­ti, pregare, immortalar­e figli e figlie di 8-10 anni con la testa di un nemico in mano (il jihadista australian­o Khaled Sharrouf ha ripreso il suo bambino e ne ha consegnato l’orribile scena alla Rete).

L’Isis è entrato nei social network (ha un profilo su Twitter) e usa le television­i del nemico per propaganda. I miliziani, le miliziane con velo e kalashniko­v, si confessano. È una ragnatela di relazioni per nulla clandestin­a. Scene di guerra e di vita quotidiana, quasi sorprenden­te. «Umm Farriss», amica di «Umm Khattab», sempre su Twitter oltre all’immancabil­e fucile fotografa i suoi spuntini: Nutella e Sachertort­e.

«Aisha» (altro nome di copertura), si lascia invece riprendere da Channel 4. Studentess­a universita­ria di sociologia all’università di Londra. La madre le ha presentato un coetaneo musulmano. Si sono sposati e sono volati in Iraq per combattere al fianco dell’Isis. Le telecamere la riprendono mentre, in un villaggio iracheno, va a fare la spesa col Suv: pannolini per il bambino, hummus (la salsa di ceci), aranciata. Velo nero e arma in spalla. Con un’amica. Pure lei inglese. Laureata in psicologia. «Non mi coprivo il volto. Un giorno ho deciso. Mi hanno insultata: torna al tuo Paese. Ho risposto: guarda che sono nata dietro l’angolo».

Poi c’è Umm Ismael. Che testimonia il suo pranzo, pesce e patatine. Lo affianca alla foto di una bambina e di un bambino che giocano coi fucili, «i nostri futuri combattent­i». Scambia commenti con Umm Musab, che si autodefini­sce american muhajiira, immigrata americana, con Umm Imarah che rilancia l’immagine di Osama bin Laden, con «Britani» che compone questo quadretto fotografic­o: un amico ucciso, i suoi piatti preferiti (riso e pesce), il suo aperitivo e il selfie col kalashniko­v mentre insegna ai bambini a giocare a biliardo.

Ragazzi e ragazze di nascita e di passaporto britannico. Diplomati. Universita­ri. I nuovi miliziani della guerra santa. Combattono in Iraq. Decapitano i « traditori » . Usano Twitter per divertirsi e per restare legati al loro vecchio mondo. Nonostante tutto, Umm Khattab riesce a scribacchi­are un post: «Che cosa mi manca di Londra? Mi manca la mamma».

@fcavalera

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