«Rumore, alcol e feste per la strada» Il caso delle notti di Santa Margherita
Il manager: ormai preferisco la montagna. Il sindaco: giusto aprire a nuovi visitatori Le famiglie storiche: un errore puntare sul turismo di massa
Si è fatto un gran parlare di Santa Margherita in questi giorni a Courmayeur, montagna da sempre frequentatissima dai genovesi (e dai milanesi), e i cellulari erano bollenti: chi era ancora a «Santa» informava chi era a «Courma» delle ultime notizie sul Carnevale di Ferragosto: rissa gigante, un carabiniere che spara in aria, sette contusi, tre arrestati, un brutto episodio a sfondo razzista. «Io in questo periodo lascio la Riviera e vengo a Courmayeur» dice Rinaldo Marinoni, manager Fincantieri.
Non è il solo. C’è un sussurro di malcontento che sale fra mare e monti e parte dalle belle ville con vista magnifica come quella di M.T. grande commerciante milanese la cui casa «sembra la tolda di una nave», dicono gli amici, e che ha anche la barca vera nel porticciolo. «Sono amareggiato — si sfoga M.T. — perché io a Santa Margherita vengo da decenni e poco per volta non la riconosco più. Sporcizia, rumore, ubriachi che scorrazzano di notte. Il paesaggio è bellissimo ma qui c’era anche tranquillità, sicurezza. Alla fine, ci vengo meno e mi dispiace. L’ultima novità è la crescita esponenziale di chi chiede l’elemosina e ti segue anche dentro i bar». Qualche protesta per i mendicanti molesti (c’è chi parla di racket) è stata avanzata dal presidente degli albergatori, Adalberto Gigli. Insomma, la mega-rissa di Ferragosto sarebbe l’esplosione finale, il fuoco d’artificio di una situazione che è andata degradando: «All’origine — dice Marinoni — c’è un errore di strategia dell’amministrazione, non dico del nuovo sindaco in carica da due mesi. Il turismo di massa
La polemica Il commerciante milanese: «Vengo qui da decenni ma ora non la riconosco più»
non fa per Santa Margherita che ha un altro target: il valore a metro quadro delle case, ad eccezione di Portofino, è il più alto d’Italia, più di Forte dei Marmi e Cortina. C’è un motivo. Qui viene da decenni una certa borghesia, in gran parte milanese e non solo, che ha preso casa, ha disponibilità economiche e cerca un ambiente tranquillo, sicuro, non vuole uscire la mattina e trovare che il muro della chiesa è stato usato a mo’ di vespasiano da chi ha bevuto tutta notte. Il problema per Santa non è destagionalizzare, come si diceva in questi giorni, ma consolidare e non perdere quello che c’è di meglio». Veramente il tam-tam tra le ville ripete «basta notti alcoliche»? Il neo-sindaco Paolo Donadoni, giovane avvocato, ha appena firmato un’ordinanza in cui vieta di circolare con alcolici in strada dalle 20 di sera alle 7 di mattina: «Ho visto una valanga di ragazzini, parlo di 14 o 15 anni, scendere dal treno sabato sera con i bottiglioni per aggirare il divieto di vendita di alcolici ai minori. Poi bevono e rompono fioriere e panchine. Perciò sono intervenuto». La sicurezza è il primo dei suoi pensieri, giura: «Stiamo mettendo le videocamere che leggeranno le targhe a tutti gli ingressi del paese, dalla Ruta, dall’autostrada, dalla strada di Rapallo, Santa Margherita sarà controllata ad ogni accesso. Poi le estenderemo ma un po’ di tempo ci vuole». E il sindaco ha in mente di programmare eventi che richiamino turismo tutto l’anno «stiamo lavorando al calendario del 2015, estivo e invernale». Ma è proprio quello che certi frequentatori di lunga data e bella villa non vogliono: più gente, più rumore, più spazzatura. «Mica detto — ribatte il sindaco — se facciamo eventi di arte, musica e letteratura attireremo un certo tipo di persone, sarà un vantaggio per tutti. Non una cosa barbosa, ci vuole il divertimento. Io in discoteca non ci sono quasi mai andato ma c’è a chi piace e va bene, si tratta di gestire certe situazioni».
La prova del fuoco è la Notte Bianca del 29 agosto: il Carnevale era organizzato dai commercianti (soprattutto da enoteche e bar), la Notte Bianca è un evento del Comune: «Non è una festa alcolica» ribadisce il sindaco e prepara le contromisure.