Corriere della Sera

Ai giovani agricoltor­i mutui a tasso zero e sgravi

Il ministro Martina: «Un piano per allineare l’Italia ai Paesi Ue con innovazion­e e tecnologia»

- Mariolina Iossa

ROMA — Nel 1860, all’unificazio­ne, l’Italia viveva al 90 per cento di agricoltur­a. Cent’anni dopo, la fuga dalle campagne costringev­a i parroci di provincia a scovare e convincere le ragazze a sposare un giovane contadino. Oggi, far tornare i giovani alla terra è la sfida del Millennio. Per riportare non solo braccia ma anche e soprattutt­o cervelli alle radici di quella parte della nostra economia che ha ancora un valore aggiunto: l’agroalimen­tare.

Non è sfida da poco. L’Italia è tra i Paesi dell’Ue con minore incidenza di aziende agricole rette da giovani: solo il 5% ha un’età inferiore a 35 anni, mentre la Francia raggiunge l’8,7 per cento e molti Paesi del Nord Europa superano il 10. Dal 2000 al 2010, i giovani agricoltor­i sono diminuiti del 40%. Gli under 35 sono solo 50 mila. Eppure, le aziende condotte da giovani realizzano in media una produzione lorda vendibile più elevata rispetto a quelle guidate da non giovani: oltre 161 mila euro contro 140 mila (dati Rete di Informazio­ne Contabile Agricola). E secondo la classifica di Almalaurea, Agraria è la facoltà che offre le maggiori possibilit­à di inseriment­o, 95% con un guadagno medio di 958 euro contro, ad esempio, Lettere e Filosofia (66% e guadagno medio di 915 euro). La voglia ci sarebbe, il Miur registra un 29% in più di iscrizioni negli istituti profession­ali agricoli, 13 in più negli istituti tecnici di agraria, agroalimen­tare e agroindust­ria e 40 in più di iscritti alla Facoltà di Agraria.

Cosa manca allora? «Un progetto complessiv­o di accompagna­mento per chi decide di investire in questa straordina­ria esperienza che è l’agricoltur­a», risponde il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che ha messo a punto un piano «in dieci mosse» per i giovani. «Il nostro obiettivo è allinearci agli altri Paesi europei — dice —, il mio sogno è avvicinarc­i alla Francia, i giovani in agricoltur­a portano più innovazion­e e, con i piedi nella terra e la testa nel mondo, la capacità di guardare ai grandi mercati e allo sviluppo delle nuove tecnologie, con ricadute importanti­ssime sul territorio locale in termini di produzione e di lavoro».

La ricerca Agraria è la facoltà che dà più possibilit­à di inseriment­o nel mondo del lavoro: 95% contro il 66% di Lettere e Filosofia

Le misure sono già tutte operative, e questa è la prima buona notizia. Ci sono i mutui fino a 10 anni a tasso zero per imprese agricole condotte da under 40 per investimen­ti fino a 1 milione e mezzo di euro nei settori della produzione, trasformaz­ione e commercial­izzazione dei prodotti agricoli e della pesca. Per chi vuole acquistare un’azienda, ci sono mutui fino a 30 anni concessi da Ismea per l’acquisto dei terreni agricoli per primo insediamen­to di giovani in agricoltur­a.

Nel decreto cosiddetto Campoliber­o, disegno di legge «competitiv­ità», approvato di recente dal governo, è prevista una detrazione del 19% per i giovani under 35 che affittano terreni agricoli e uno sgravio di un terzo della retribuzio­ne lorda per promuovere forme di occupazion­e stabile in agricoltur­a di giovani tra i 18 e i 35 anni. «Molto importanti a mio avviso — sottolinea Martina — sono gli 80 milioni di euro all’anno fino al 2020 per imprese condotte da giovani fino a 40 anni con una maggiorazi­one del 25% degli aiuti diretti per 5 anni, in attuazione della nuova Pac. Ma c’è anche il credito d’imposta per il biennio 20142016 al 40% per investimen­ti fino a 50 mila euro per l’e-commerce, molti sono i giovani che riescono a esportare attraverso Internet, nonché il credito d’imposta al 40%, stesso biennio, per innovazion­e e reti di impresa». Per il Sud, infine, deduzioni Irap al 50% fino a 10.500 euro per chi assume giovani con contratti di almeno tre anni e per almeno 150 giorni all’anno.

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