Quando con gli ori e i soldi ci rubano la fiducia nell’altro

Sono

le 10.30 del mattino e Maria sta rientrando con la spesa. Aspetta l’ascensore. Si avvicina un uomo: «Sto facendo un giro in zona per riposizionare i bidoni per la raccolta dell’umido. Posso salire con lei?». Maria annuisce. Lui la segue. Entrano in casa. Mentre sono sul balcone suona il campanello. È un vigile, che annuncia: «C’è stato un furto nel quartiere. Conosce questo bimbo?». Le mostra la foto del nipote. Lei trema. Va in salotto. È tutto sottosopra. Il vigile offre a Maria di controllare se manca qualcosa. Fanno il giro dei nascondigli dove custodisce gli oggetti preziosi. È rincuorata. Sembra tutto a posto. Ringrazia e accompagna i due uomini alla porta. Quando rientra s’accorge dell’inganno. Non ci sono più gli orologi, le monete d’oro, i soldi. Chiama la polizia e ricostruiscono la scena: il primo uomo offre a Maria di chiudere la porta perché lei ha le mani occupate. In realtà la lascia aperta. Entra il finto vigile, non si fa vedere, mette in subbuglio, prende la foto poi esce e suona il campanello. Mentre fanno il giro, il primo uomo osserva, e come escono dalla stanza, ruba. Maria è sconvolta. Si è sempre fidata degli altri, ora non si fida nemmeno più di se stessa. Preserva il tuo buon cuore, Maria, e risveglia il tuo istinto. Ti saprà guidare.