Il vero nemico di Superman? È Putin-Luthor
Da ragazzo leggevo le avventure di Superman (creato nel 1938 da Jerry Siegel e Joe Shuster) e da subito aveva cominciato a intrigarmi il più sottile dei suoi avversari, Lex Luthor. Al contrario del supereroe venuto bambino sulla Terra dal pianeta Krypton — il cui nome evoca un mondo celato nelle tenebre dell’Universo — questi era solo un essere umano, che suppliva alla mancanza dei superpoteri con un’intelligenza sopraffina: «Al tuo confronto Enrico VIII era un ragazzo del coro parrocchiale», ribatte la bella Lois Lane a una proposta di matrimonio rivoltale da quel magnate senza scrupoli. In un film (Superman IV, 1987, con un singolare sottotitolo «La ricerca della pace») l’organizzazione di Luthor è dotata persino di ordigni nucleari. Ormai la Metropolis per il controllo della quale i due si combattono è una metafora del mondo intero. E nella realtà il Presidente della superpotenza Usa ha incontrato il suo Luthor in un tipo «tosto» come Vladimir Putin, che si serve della Gazprom per controllare l’Europa come Lex nel fumetto usava la sua multinazionale Lexchem per piegare la riottosa Lois. Si diceva che Stalin tenesse sul comodino una copia del Principe di Machiavelli; l’Urss non esiste più, ma i consigli del fiorentino ai potenti che devono celare le proprie intenzioni agli avversari sembrano ancora messi in pratica dell’imperscrutabile Putin. Non c’è sguardo ai raggi X che possa leggere nella sua mente: il vero pianeta Krypton deve essere lì, dalle parti del Cremlino.