«Con la hit Logico mi sono ripreso la mia età»
Cremonini: dopo la grande sbornia di successo con i Lùnapop ho sentito l’esigenza di ricominciare da zero
Come va l’estate di Cesare Cremonini? «Ho girato in auto il sud Italia prima di tornare a Bologna per lavorare al tour. L’Etna in piena attività mi ha folgorato. Un posto così eccezionale, una montagna sul mare, dovrebbe essere considerato il posto più bello d’Europa, invece...».
Sembra ispirato: ci ha scritto una canzone?
«Per ora mi sono limitato a un post su Facebook».
La sua estate professionale, invece? «Logico #1» è stata la canzone più trasmessa dalle radio per 12 settimane consecutive. E ancora adesso è in top 10. Quel #1 messo lì le ha portato bene...
«Era di buon auspicio (ride), ma ero anche convinto delle sue potenzialità. Non mi aspettavo però un’onda così alta sin da subito e così lunga. Era una canzone che aspettavo dentro di me da tempo: esplosiva, con un suono internazionale e un testo che mischia in modo quasi psicotico ragione e sentimento».
Nei suoni incrocia il suo pianoforte con dei synth quasi dance. Si sta trasformando in deejay?
«Ci sento qualcosa più da band che da deejay, ma è la naturale evoluzione di uno che cerca sempre qualcosa che gli dia il luccichio negli occhi. Oggi le dogane fra generi sono aperte: nei giorni scorsi ho visto la Tosca a Taormina e qualche settimana prima ero a Ibiza a ballare con gli amici, passo da Snoop Dog al balletto, dall’elettronica a Ciajkovskij a Dj Ralf. Ho 34 anni: con questa canzone mi sono riappropriato della mia età».
«GreyGoose», il suo prossimo singolo, parla di avventure erotico-alcoliche da una notte. Una canzone da 34enne?
«Non parla di vodka, ma di quelle bugie che si dicono volentieri alle donne nelle notti di luna piena. Credo che al gentil sesso le promesse in fondo piacciano, se fatte con la giusta convinzione! È una canzone che riporta il sorriso nella mia discografia dopo qualche tempo. La nostra canzone d’autore soffre davanti allo specchio da troppi anni». Anche lei si è sentito vecchio? «Dopo la sbornia di successo con i Lùnapop ho sentito l’esigenza di ricominciare da zero. Ho attraversato momenti in cui era necessario invecchiare in fretta, guardando con grande rispetto al passato. Vivevo
Scelte Dico spesso no ai duetti: credo che si stia esagerando. Sul palco offro me stesso
con lo spettro dei grandi cantautori sulle spalle. Avevo il loro sguardo che mi fissava come ti fissa tuo padre da una foto sul comodino».
Il suo è un successo fatto anche di «no». Perché non si è fatto vedere in tv?
«Le kermesse estive sono manifestazioni che non ti permettono di contestualizzare la tua canzone. Finisci in un calderone dove tutto è uguale a tutto. “Logico # 1”, ad esempio, non può funzionare in playback. Attendo proposte per l’inverno. Da accettare solo se la musica sarà al centro».
In quelle trasmissioni estive c’era solo musica però...
«Se iscrivi tuo figlio a scuola, e le canzoni sono come figli, ti informi su chi sono i professori, il preside e i compagni di classe».
A propositi di colleghi... Quest’estate sono stati molti i concerti con ospiti e amici sul palco. Non c’era mai Cesare Cremonini... «Credo che si stia esagerando». Quindi nessun ospite nel suo tour che parte il 25 ottobre da Livorno. Promesso?
«Io offro me stesso e tutte le sfumature della mia storia. Però ho amici che mettono la maionese sui tortellini... questione di gusti. Battute a parte, se negli anni 90 c’erano troppi castelli e mura, adesso si è esagerato con lo scardinare».
Perché non c’è un videoclip per «Logico #1»?
«I brani che scelgo per lanciare un disco hanno una personalità chiara, sono l’ammiraglia dell’album. E con i budget risicati di oggi c’era il rischio di non valorizzarlo». Altri no? «All’offerta di fare un giudice in un talent. Ma non dico quale. Dico di no spesso anche ai duetti in studio perché a forza di fare collaborazioni perderei di vista chi sono e dove vado».
Cremonini è il Renzi che rottama la canzone italiana?
«Dico no a marionette e robottini, cerco di restare libero con una visione chiara di me stesso». No anche al cinema? «Sto leggendo dei libri che mi ha passato Edoardo Gabbriellini, il regista con cui ho vinto un Nastro d’argento per una canzone. Sono racconti russi. Chissà che non ne nasca qualcosa...».
Il successo dell’album, però, non è stato pari a quello della canzone. Una sola settimana al numero 1...
«La classifica di vendita non determina più il successo di un disco. L’album è quasi un prolungamento fisico di un artista destinato ai fan più attaccati, ma i dati vanno guardati da più punti di vista: per il tour ho già venduto il doppio dei biglietti di quanti ne avessi venduti alla fine del tour precedente e non mi era mai successo di fare due date al Forum di Milano».
Cosa ci anticipa dello spettacolo?
«Guardando l’ultimo tour dei Depeche Mode ho capito che non serve fare l’impossibile per emozionare. Avrò un palco particolare, con due passerelle per poter interpretare fisicamente lo show».
Già iniziato la preparazione fisica?
«Sono sul pezzo... da 20 giorni non tocco alcol».