Corriere della Sera

Il segreto è la perfetta gestione delle forze

- Giorgio Rondelli

ZURIGO — Daniele Meucci si è laureato campione europeo della maratona al termine di una gara di straordina­ria acume tattico e di perfetta gestione delle forze, davvero ammirevole per un atleta che era solo alla sua terza esperienza sulla distanza dopo le prime due prove del 2010 (Roma) e 2013 (New York). Su di un percorso molto impegnativ­o sotto il profilo muscolare e nella prima giornata veramente calda di questi campionati continenta­li di Zurigo ha corso con assoluta regolarità per i primi 30 km, quelli che dovevano servirgli per studiare lo svolgiment­o agonistico della gara. I sei parziali di 5 km (15.47, 15.32, 15.24 15.27, 15.36, 15.41) con una media di circa 3 minuti e 7 secondi al km sono lì a testimonia­rlo. L’oscillazio­ne del ritmo al km è stato al massimo di 4 secondi passando dai 3.09 dei primi 5 km di gara ai 3.05 nel tratto compreso fra il 10° ed il 15° km. Contrariam­ente a quella che potrebbe essere la prima impression­e il parziale di 10 km più veloce non è stato quello vincente fra il km 30 ed il km 40 di 30.53, bensì il tratto dai 10 ai 20 km corso in 30.51, quando Daniele è rimasto concentrat­o dentro il gruppo all’inseguimen­to dello scatenato ed un po’ folle polacco Marcin Chabowski, che ha corso nello stesso tratto un parziale troppo veloce di 30.14 per non essere pagato con gli interessi alla distanza dopo i tre quarti di gara.

Con le gambe che aveva ieri, il buon Chabowski una medaglia l’ha davvero buttata via. La chiave di volta si è avuta al 31° km quando Meucci ha capito che non poteva più aspettare che fossero gli altri a togliere le castagne dal fuco ed allora ha impresso l’accelerazi­one decisiva con un parziale di 15.15 (3.03 al km) andando a recuperare oltre un minuto al polacco nei successivi 4 km. Impresa possibile perche Chabowski nel frattempo era letteralme­nte crollato passando da

L’attacco al 31° km I primi 30 km sono stati corsi dall’azzurro con assoluta regolarità, poi l’accelerazi­one decisiva per recuperare sul dissennato polacco Chabowski

3.08 a 3.18 al km.

Operato il break con avversari già in affanno, superato di slancio l’atleta al comando, anche l’azzurro ha respirato gestendo il buon vantaggio accumulato correndo in 15.43 (3.08) dal 35° al 40° km. Che avesse comunque le gambe per ogni eventualit­à il neo campione europeo l’ha dimostrato rivelandos­i ancora il più veloce dal km 40 all’arrivo coprendo il parziale di 2 km e 195 metri in 6.43 (media 3.04 al km). Insomma tutto fatto al momento giusto. Non è un caso che a parte Meucci, solo il secondo arrivato, il polacco Yared Shegumo, abbia corso ogni frazione di 5 km sotto i 16 minuti. Se è vero che l’atletica è matematica, la maratona rappresent­a davvero l’esame di laurea in materia. E ieri mattina, sulle strade di Zurigo Daniele Meucci, sotto la guida esperta di Massimo Magnani, la seconda laurea, dopo quella in robotica, l’ha davvero discussa alla grande. 110 e lode.

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