Pedrosa rompe il tabù Marquez torna umano
Secondo Lorenzo, Vale soffre e si piazza terzo
BRNO — Il maggiordomo si ribella; il coro si prende la scena; il mattatore, addirittura cacciato dal palco, grida sollevato: «Adesso mi sento più libero». Forse dice sul serio, o forse fa come la volpe con l’uva. Ciò che conta comunque è un’altra verità: il MotoMonologo si interrompe all’XI atto e questo sì che è un gran colpo di teatro! Sullo storico asfalto dell’Automotodrom davanti a 138.312 testimoni basiti, il gatto Marc non solo perde, ma straperde. Dopo dieci successi di fila non arriva né primo né secondo né terzo, ma quarto a 10 secondi: se proprio doveva cadere lo ha fatto a modo suo, con un altro record personale, perché mai (ritiri a parte) MM era stato giù dal podio da quando è in top class. Valentino già scherza: «Attenzione, Marquez è in crisi, il Mondiale è riaperto!». E lui di rimbalzo, sorridendo: «Ve lo faccio vedere tra 15 giorni se sono in crisi…». Silverstone più che un circuito sarà un ring.
Nella domenica in cui a Marquez, ipse dixit, «non funzionava niente, né io né la moto che aveva problemi di accelerazione, ma sono stato almeno intelligente a salvare i punti», il capo della rivoluzione non è stato Jorge Lorenzo, bel secondo ad appena 4 decimi di distanza dopo essersi illuso anche di vincere. E non è stato neanche Valentino Rossi, costretto a correre sotto antidolorifico per placare il mignolo cabriolet pulsante, bravo a sorpassare e salutare Marquez a due terzi di gara ma anche troppo lontano (quasi 5 secondi) dal compagno di squadra, il che non è mai una buona cosa. No. A entrare nella storia minima della MotoGp è stato Dani Pedrosa, e anche questa, lo capite bene, è una notizia bomba.
Tecnicamente parlando, però, non c’è niente di strano. Intanto, si sa, la Honda è LA moto di quest’anno. E poi il Robottino, che non vinceva da 13 Gp (Indianapolis 2013), è stato bravo a ritagliarsi una corsa su misura, senza pericolosi duelli corpo a corpo e con una lunga fuga che ne ha esaltato le famose doti di regolarista e velocissimo pennellatore di cordoli. Così, dopo lo sfogo iniziale di Lorenzo che ha tentato il colpo subito al via, mentre dietro esplodeva un’eccitante bagarre a cui hanno partecipato pure le Ducati di Iannone e Dovizioso (ottimi, in crescita, e finiti nell’ordine quinto e sesto, con un memorabile scambio di sorpassi e sportellate Iannone/Marquez al quinto giro), Dani ha sorpassato Jorge al 6° dei 22 giri e di lì, formica nel fisico e nel metodo, ha portato tutte le briciole a casa una dopo l’altra, con cura, rifinendo la gara perfetta. «A volte spingi al massimo e non trovi il risultato, stavolta sì — ha detto senza smettere di sorridere —. Per me è un giorno speciale. Il trucco per battere Marquez? Io ho vissuto la giornata più bella della stagione, lui la più brutta». Sì ma perché?
Sollevato Per la prima volta da quando è in top class Marc finisce senza podio: «Ora mi sento più libero»
«La MotoGp moderna è inesorabile — ha spiegato Rossi —. Se non è tutto al 100%, paghi. Marquez non era a posto, e io dico finalmente!».
Si riprenderà il ragazzo? Ma certo che sì. E se non sarà oggi sarà domani. Valentino non si illude certo: «Io in passato dopo 3 o 4 vittorie un po’ mi accontentavo, un podio andava bene. Lui invece ha più fame, vuole vincere sempre. E’ una cosa che gli invidio, ma che potrebbe fargli impiegare più tempo a reagire. Però tranquilli: Marc non cambierà, resterà fortissimo». Lì di fianco Pedrosa e Lorenzo annuiscono, ma intanto se la ridono con Valentino. Ovvio. A chi non piace rompere un tabù, fosse solo per un giorno?