L’Italia del basket divora la Svizzera, troppo tenera
Si mette bene la situazione per gli azzurri impegnati nella qualificazione agli Europei
CAGLIARI — Buttata giù dal letto di colpo, dopo la notte brava, i sogni d’oro e quella vittoria sulla Russia che resterà comunque un’impresa ai confini della realtà, la Svizzera del basket sveste i panni del potenziale lupo e indossa quelli del tenero agnello. O quelli della principessa che torna Cenerentola dopo una magia infranta, nel suo caso, dagli infortuni che sul più bello hanno levato Capela e Brunner, fari del gruppo. Finisce sbranato dall’Italia, l’agnello-Cenerentola.
E il raddoppio azzurro nelle qualificazioni all’Europeo 2015 assume in breve i contorni di una formalità che, oltre a dare i due punti, gonfia il pallottoliere: 90-60, il +30 e la vagonata di canestri sono utili a prescindere perché a fare gli avvocati del diavolo la promozione non è ancora aritmetica e, fino a prova contraria – questo è anche il credo di Simone Pianigiani, che tratta ogni avversario come se fosse il Dream Team –, deve passare almeno
Coach Simone Pianigiani, 45 anni per un’altra vittoria. In caso di qualche fesseria, hai visto mai che servirà avere abbondante fieno in cascina? «Siamo stati bravi noi a far sembrare tutto più semplice — è l’elogio ai compagni di capitan Gigi Datome, l’idolo della terra sarda —: e comunque in ogni occasione compiamo tanti piccoli passi in avanti. Passi che provano una costante crescita».
A Cagliari c’è la grande festa del basket, con le finali dello Streetball (la pallacanestro da strada), il ritorno del ragazzo amato (Gigi, appunto) e un’Italia che dopo la vittoria di Mosca, importante ma non baciata dal bel gioco, vuole anche fare prove di spettacolo. Lo show-time entra nel palazzetto sul 41-19 con una super-schiacciata di Datome, sintesi di una supremazia lievitata senza pause ( 13- 3; 25-8; 37-19), dettata da un buon ritmo e votata, non appena possibile, al contropiede. Sembra tutto facile e in realtà lo è: rimbalzi a gogò e confronti impietosi nelle medie di tiro, l’alluvione azzurra gonfia in breve le cifre. Azzannata dalla difesa italiana, la Svizzera manda in campo miserie diffuse e una serie di storie minime che rendono l’idea. Costruita, nell’era del miscuglio dei popoli, solo su tre cestisti «svizzeri doc», deve arrangiarsi come può con la penuria di uomini: in un paio di partite ufficiali, agli inizi della preparazione, l’allenatore ha rimpolpato lo schieramento con due serbi del Friburgo (!!); e Oliver Vogt, ieri centro titolare, prima della «moria» di giocatori era il team manager. Eppure prima di distendersi verso il «trentello», l’Italia ha trovato il modo di frenare, di rallentare (il 44-23 della pausa è stato seguito da un parziale di 0-8) e di perdere il terzo quarto (23-24) facendo alzare le antenne a Pianigiani, di sicuro non in segno di soddisfazione. In verità serviva solo registrare difesa e concentrazione per riavviare il festival e portare in doppia cifra cinque giocatori, ovvero Alessandro Gentile (17), Datome (15), Cinciarini (10), Polonara (14) e quell’Aradori (17) che ha superato i 1000 punti con la nazionale. La Svizzera? Si è riscoperta più forte con le frecce (cfr. Guglielmo Tell) che sotto canestro.