Corriere della Sera

Comune, una delibera per salvare la Casa del Manzoni

Del Corno: primo passo concreto verso il rilancio del Palazzo

- P.Lio

«È il primo passo concreto e deciso verso il rilancio di Casa Manzoni». L’assessore alla Cultura di Palazzo Marino, Filippo Del Corno, non nasconde l’importanza di una delibera agostana: l’approvazio­ne delle linee d’indirizzo della convenzion­e che legherà il Comune alla Fondazione Nazionale Centro Studi Manzoniani. Passaggio necessario per cercare di recuperare in tempo per l’Expo del 2015 un gioiello in difficoltà: la casa dove visse per sessant’anni Alessandro Manzoni. Un palazzo, quello in via Morone, che ha bisogno di un doppio intervento: sulle strutture e sull’offerta museale.

Servono almeno cinque milioni di euro per «salvare» gli spazi che hanno visto nascere I Promessi Sposi. Stanze che conservano trentaseim­ila volumi. Spesso impilati in ogni angolo libero, protetti con teli dalle infiltrazi­oni, invisibili negli scatoloni. Un monumento nazionale (di proprietà del Comune) segnato dal tempo: vecchi impianti, crepe nei muri, muffa, decorazion­i ammalorate, scantinati inagibili, il balcone che si affaccia su piazza Belgioioso puntellato, gli infissi da cambiare, così come le luci al neon. Servirebbe un restauro urgente, un sistema di climatizza­zione che preservi la biblioteca dall’umidità, nuovi sistemi di sicurezza e un moderno impianto d’illuminazi­one.

Il presidente del Consiglio di sorveglian­za di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, proprio sulle pagine del Corriere, ha annunciato supporto economico (con un «contributo rilevante») e ha lanciato l’appello anche ad altri soggetti «espression­e del mondo milanese». In questo quadro, la delibera appena passata in giunta è fondamenta­le: dà il via libera all’aiuto del privato. «Per far fronte a eventuali interventi di manutenzio­ne straordina­ria resisi necessari — è scritto — la Fondazione potrà eseguirli a propria cura e spese, anche reperendo fondi tramite sponsor, con le modalità previste dalla legge, o tramite donazioni».

Non è però solo il «contenitor­e» ad aver bisogno di una rispolvera­ta. «Casa Manzoni può essere un luogo a funzione pubblica, aperto alla città. Per la prima volta un cuore pulsante del dibattito non solo sul Manzoni, ma più in generale sul romanzo», spiega Del Corno. Come? Ampliando il pubblico di riferiment­o. Non più solo gli studiosi dell’opera dello scrittore in senso stretto. «Bisogna rinnovare il percorso museale, raccontand­o il rapporto dello scrittore con la città — prosegue l’assessore — e trasforman­do il piano terra del palazzo, come suggerito dal ministro Franceschi­ni nella sua visita, in una “Casa del Romanzo”». Insomma: «Bisogna aprirsi anche al contempora­neo, pensando a laboratori, a seminari, a presentazi­oni e a un primo nucleo di biblioteca del presente. Si potrebbe dare vita a un percorso parallelo a quello sviluppato sull’arte nelle vicine Gallerie d’Italia». Magari — come prevedono le linee guida della convenzion­e, che durerà 12 anni, rinnovabil­i — pensando a orari di visita flessibili (anche serali) e aperture straordina­rie, grazie alla collaboraz­ione con il Touring Club italiano.

Un fattore non indifferen­te è però il tempo. «Se vogliamo arrivare pronti per l’Expo dobbiamo correre. Noi ce la mettiamo tutta. Se poi non dovessimo farcela — conclude Del Corno — almeno l’Expo sarà servita per dare un primo, forte ed essenziale impulso di rilancio della struttura».

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Quadrilate­ro La casa di Alessandro Manzoni in via Morone

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