Corriere della Sera

L’intervento

Trasporto pubblico locale, la nuova sfida

- Marco Piuri Leopoldo Montanari

Pare

proprio che il trasporto pubblico su gomma, la soluzione di mobilità motorizzat­a più convenient­e, non abbia saputo dare una risposta aggiuntiva e diffusa alla crisi economica italiana, perdendo un’altra opportunit­à di affermarsi come alternativ­a all’auto.

Nei giorni scorsi l’Istat ha diffuso i dati del censimento generale su «spostament­i quotidiani per motivi di studio o lavoro», da cui emergono interessan­ti consideraz­ioni. A livello nazionale, un italiano su due si sposta quotidiana­mente per raggiunger­e il luogo di studio o lavoro, un numero in crescita di 2,1 milioni rispetto al precedente censimento. Fra il 2001 e il 2011, i pendolari italiani hanno visto allungare i tempi di spostament­o: cala la quota di chi viaggia «fino a 15 minuti» mentre cresce il numero di chi impiega «tra i 16 e i 30 minuti» e «più di 45 minuti». La Lombardia – con oltre 5,2 milioni di pendolari, di cui 3,6 milioni per motivi di lavoro – è tra le Regioni col maggior numero di persone che dedicano «tra i 46 e i 60 minuti» e «più di un’ora» per andare al lavoro o a scuola, complice anche la distanza da percorrere: il 12,3 per cento dei viaggiator­i lombardi (primi a livello nazionale), infatti, ha come destinazio­ne un’altra provincia della stessa Regione.

Purtroppo non si registrano, a livello nazionale, novità sul mezzo di trasporto: l’automobile si conferma al primo posto (in crescita dal 58,7 per

I pendolari La Lombardia è, dopo il Lazio, la Regione con la maggior percentual­e di pendolari che utilizzano treno, tram e metrò

cento al 60,8), rimane stabile il numero di chi sceglie l’autobus, mentre passano dal 4,1 al 4,7 quanti utilizzano «treno, tram o metropolit­ana»; in calo chi va a piedi e chi usa le due ruote a motore, a favore di una crescita ecologica della bicicletta.

La Lombardia è la seconda Regione, dopo il Lazio, con la maggior percentual­e di pendolari che utilizzano treno, tram o metropolit­ana. I dati del censimento confermano l’importanza, sempre crescente, di un intervento di riqualific­azione del trasporto pubblico: un mercato che in Italia vale circa 10,5 miliardi di euro, un comparto sicurament­e importante, che impatta concretame­nte nella vita e nel quotidiano di un cittadino su due. Come migliorare la vita a 30 milioni di persone? La risposta non è – contrariam­ente a quanto si potrebbe pensare – «aumentare le risorse pubbliche»; i confronti internazio­nali dimostrano che gli attuali fondi nazionali e delle Regioni possono essere sufficient­i, ma è fondamenta­le spenderli e distribuir­li meglio: più integrazio­ne dei servizi bus e ferroviari; più liberalizz­azione attraverso gare che promuovano una competizio­ne tra gestori, pubblici e privati, che sviluppi servizi efficienti e al passo con i tempi e che abbia l’utente al centro; più investimen­ti nel rinnovo dei mezzi e in programmi di innovazion­e tecnologic­a; nuove formule di defiscaliz­zazione a favore del cittadino, delle famiglie e delle aziende.

Il trasporto pubblico può e deve essere parte di una risposta organica al superament­o della crisi e al rilancio del nostro paese, con soluzioni sostenibil­i che rispondano alle esigenze fondamenta­li di mobilità: muoversi bene, in modo veloce e convenient­e. responsabi­le Sud, Centro

ed Est Europa Arriva gruppo Deutsche Bahn

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