Tappe di una crisi
La Crimea e l’inizio delle tensioni
La crisi ucraina è quella che più ha danneggiato le relazioni tra Nato e Russia dai tempi della Guerra fredda. Tutto ha inizio con l’annessione della Crimea alla Russia il 18 marzo scorso. La Nato sospende il 1° aprile la cooperazione civile e militare con Mosca ma la situazione non migliora: nelle zone dell’Ucraina a maggioranza russofona si accendono scontri tra separatisti filo Mosca e forze regolari di Kiev
La Nato e l’adesione degli Stati cuscinetto
Il 29 agosto l’Ucraina annuncia l’intenzione di riavviare il processo di adesione alla Nato, scatenando l’ira di Mosca. Il Cremlino minaccia l’intervento diretto se Kiev aderirà all’Alleanza Atlantica. La Russia, dalla caduta dell’Impero Sovietico, ha perso uno dopo l’altro «Stati cuscinetto» come Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia (1999): ma il domino non si ferma
L’Europa, le sanzioni e le «contromisure»
Sin dall’annessione della Crimea alla Russia, Europa e Stati Uniti hanno varato sanzioni economiche crescenti, prima contro singoli esponenti del governo di Putin, poi contro società e commerci. La Russia, dal canto suo, ha replicato con contromisure che hanno bloccato ulteriormente i rapporti commerciali tra le parti: esportazioni quasi annullate e negozi e supermercati russi vuoti
Le manovre militari e il rischio conflitto
Da ieri, e fino all’8 settembre, la Nato ha dato il via a una grande esercitazione militare denominata «Steadfast Javelin II»: 2 mila soldati e centinaia di mezzi corazzati (è presente anche l’Italia), in azione tra Polonia, Germania e Stati baltici con la dichiarata intenzione di «rassicurare i Paesi dell’Europa orientale». Mosca ha reagito prima con rabbia poi invocando «colloqui» distensivi