Forza Italia scalpita: sul governo cautela rischiosa
Ma Berlusconi difende la linea attendista: Renzi è popolare, un boomerang attaccarlo
ROMA — C’è chi è convinto che, dovesse decidere solo con la pancia e non «con la testa, come sta facendo», Silvio Berlusconi rispetto a Renzi avrebbe tutt’altro atteggiamento. Raccontano che, in questi giorni, con i fedelissimi l'ex Cavaliere — tornato ieri a Roma e subito a colloquio con Letta, Ghedini, Verdini — non abbia lesinato critiche al premier: «I provvedimenti che ha messo in campo sono davvero poca cosa: sono annunci, non c’è un soldo, non c’è una novità. Veramente deludente», ha ripetuto nelle ultime ore.
Parole che i suoi sottoscrivono ma che, nelle dichiarazioni ufficiali degli azzurri, vengono sfumate più che calcate. La linea ufficiale resta quella della scettica ma cauta attesa: «Renzi ha cambiato strategia comunicativa» e «l’effetto ipnosi è finito», dice Renato Brunetta nel suo Mattinale, ma Forza Italia per ora si limiterà a «vigilare». Anche Giovanni Toti è convinto che ci sia «poco arrosto» nei provvedimenti del premier, ma da qui a lanciare strali ci corre il mare.
Insomma, l’ordine di scuderia di tenere bassi i toni è rispettato. Ma in FI cresce il disagio per una linea che, è il timore, finirà «per farci perdere peso e voti, così si scompare». Sono in tanti a fremere, pur rimanendo in sostanziale silenzio. Lo stesso Brunetta, per volere di Berlusconi, è passato dalle accuse durissime ad analisi meno feroci. Ex ministri come la Gelmini soffrono nel vedere con quanta «superficialità» Renzi stia trattando il tema della riforma della scuola, visto che anche secondo Berlusconi «stanno creando aspettative in migliaia di persone che verranno deluse». Ghedini ha bocciato la riforma della giustizia, la considera pessima. Capezzone continua a sostenere la sua ricetta di uno «choc» fiscale, perché tutto il resto è inutile perdita di tempo. E Raffaele Fitto, col suo silenzio interrotto da poche e pesanti parole, testimonia come il malumore persista.
Da venerdì a domenica Gasparri a Giovinazzo riunirà al campus «Everest» praticamente tutti i nomi noti del partito per il primo dibattito-sfogatoio del dopo estate, e se Fitto già ieri rilanciava con forza le primarie in Puglia in vista delle Regionali chiedendo «un partito e una coalizione nel quale si discuta», c’è da attendersi un affondo più pesante su quella che è considerata una linea troppo morbida di opposizione a Renzi.
Berlusconi sa bene che il suo partito scalpita, ascolta chi si lamenta perché «anche i giornali e le categorie ci hanno scavalcato nell’opposizione a Renzi», ma quando gli chiedono come ci si debba muovere non transige. Intanto perché «a oggi, nonostante non stia facendo nulla, Renzi ha ancora un gradimento molto alto nei sondaggi. È vero che le critiche dall’alto arrivano, Silvio Berlusconi è rientrato a Roma ieri pomeriggio, arrivando in auto a Palazzo Grazioli con la compagna Francesca Pascale Qui sopra, gli assistenti portano i bagagli in casa (Benvegnù, Guaitoli, Panegrossi) ma voi pensate che la gente normale legga i fondi dei grandi giornali? Attaccare oggi il governo non ci servirebbe a nulla, sarebbero colpi sprecati e perderemmo solo consensi», ripete.
Ma soprattutto, l'ex Cavaliere appare a chi gli parla angosciato dagli scenari internazionali e da una crisi geopolitica ed economica che «rischia di precipitare: siamo sull’orlo del baratro, stanno saltando gli equilibri mondiali, non possiamo metterci a combattere battaglie da cortile», insiste. E poi, «quale è oggi l’alternativa a Renzi? Se salta ora che si fa? Volete che arrivi la Trojka a prelevare i soldi dai conti correnti? Perché questo è il rischio che corre l’Italia...». Meglio attendere insomma. Proponendo ricette alternative ma senza toni ultimativi, frenando sulla legge elettorale per non dare a Renzi la possibilità di una via d’uscita disperata, quella del voto anticipato in primavera. Che Forza Italia, stavolta unita, davvero non vorrebbe affrontare.