Corriere della Sera

Forza Italia scalpita: sul governo cautela rischiosa

Ma Berlusconi difende la linea attendista: Renzi è popolare, un boomerang attaccarlo

- Paola Di Caro

ROMA — C’è chi è convinto che, dovesse decidere solo con la pancia e non «con la testa, come sta facendo», Silvio Berlusconi rispetto a Renzi avrebbe tutt’altro atteggiame­nto. Raccontano che, in questi giorni, con i fedelissim­i l'ex Cavaliere — tornato ieri a Roma e subito a colloquio con Letta, Ghedini, Verdini — non abbia lesinato critiche al premier: «I provvedime­nti che ha messo in campo sono davvero poca cosa: sono annunci, non c’è un soldo, non c’è una novità. Veramente deludente», ha ripetuto nelle ultime ore.

Parole che i suoi sottoscriv­ono ma che, nelle dichiarazi­oni ufficiali degli azzurri, vengono sfumate più che calcate. La linea ufficiale resta quella della scettica ma cauta attesa: «Renzi ha cambiato strategia comunicati­va» e «l’effetto ipnosi è finito», dice Renato Brunetta nel suo Mattinale, ma Forza Italia per ora si limiterà a «vigilare». Anche Giovanni Toti è convinto che ci sia «poco arrosto» nei provvedime­nti del premier, ma da qui a lanciare strali ci corre il mare.

Insomma, l’ordine di scuderia di tenere bassi i toni è rispettato. Ma in FI cresce il disagio per una linea che, è il timore, finirà «per farci perdere peso e voti, così si scompare». Sono in tanti a fremere, pur rimanendo in sostanzial­e silenzio. Lo stesso Brunetta, per volere di Berlusconi, è passato dalle accuse durissime ad analisi meno feroci. Ex ministri come la Gelmini soffrono nel vedere con quanta «superficia­lità» Renzi stia trattando il tema della riforma della scuola, visto che anche secondo Berlusconi «stanno creando aspettativ­e in migliaia di persone che verranno deluse». Ghedini ha bocciato la riforma della giustizia, la considera pessima. Capezzone continua a sostenere la sua ricetta di uno «choc» fiscale, perché tutto il resto è inutile perdita di tempo. E Raffaele Fitto, col suo silenzio interrotto da poche e pesanti parole, testimonia come il malumore persista.

Da venerdì a domenica Gasparri a Giovinazzo riunirà al campus «Everest» praticamen­te tutti i nomi noti del partito per il primo dibattito-sfogatoio del dopo estate, e se Fitto già ieri rilanciava con forza le primarie in Puglia in vista delle Regionali chiedendo «un partito e una coalizione nel quale si discuta», c’è da attendersi un affondo più pesante su quella che è considerat­a una linea troppo morbida di opposizion­e a Renzi.

Berlusconi sa bene che il suo partito scalpita, ascolta chi si lamenta perché «anche i giornali e le categorie ci hanno scavalcato nell’opposizion­e a Renzi», ma quando gli chiedono come ci si debba muovere non transige. Intanto perché «a oggi, nonostante non stia facendo nulla, Renzi ha ancora un gradimento molto alto nei sondaggi. È vero che le critiche dall’alto arrivano, Silvio Berlusconi è rientrato a Roma ieri pomeriggio, arrivando in auto a Palazzo Grazioli con la compagna Francesca Pascale Qui sopra, gli assistenti portano i bagagli in casa (Benvegnù, Guaitoli, Panegrossi) ma voi pensate che la gente normale legga i fondi dei grandi giornali? Attaccare oggi il governo non ci servirebbe a nulla, sarebbero colpi sprecati e perderemmo solo consensi», ripete.

Ma soprattutt­o, l'ex Cavaliere appare a chi gli parla angosciato dagli scenari internazio­nali e da una crisi geopolitic­a ed economica che «rischia di precipitar­e: siamo sull’orlo del baratro, stanno saltando gli equilibri mondiali, non possiamo metterci a combattere battaglie da cortile», insiste. E poi, «quale è oggi l’alternativ­a a Renzi? Se salta ora che si fa? Volete che arrivi la Trojka a prelevare i soldi dai conti correnti? Perché questo è il rischio che corre l’Italia...». Meglio attendere insomma. Proponendo ricette alternativ­e ma senza toni ultimativi, frenando sulla legge elettorale per non dare a Renzi la possibilit­à di una via d’uscita disperata, quella del voto anticipato in primavera. Che Forza Italia, stavolta unita, davvero non vorrebbe affrontare.

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