La strategia di Draghi e la spinta per le imprese
«Le Monde»: il banchiere nei libri di Storia
ROMA — Dollaro ai minimi, tassi in calo, Borsa in surplace: i mercati trattengono il respiro aspettando le decisioni del Consiglio direttivo della Bce, che si riunisce domani. C’è attesa per le mosse di politica monetaria dell’Eurotower ma c’è attesa anche per quanto dirà il presidente Mario Draghi sui rapporti fra queste e le azioni di politica economica, dopo il giro di colloqui con i leader di governo, all’indomani dell’intervento di Jakson Hole, con l’obiettivo di condividere l’urgenza di un impegno comune per la crescita. Un’iniziativa quella del numero uno della Bce che potrebbe innescare addirittura un’aspettativa maggiore di quella delle decisioni monetarie, perlomeno a vedere le reazioni della stampa internazionale, come il quotidiano francese «Le Monde», che ieri in prima pagina ha rilevato come il ruolo di Draghi, entrerà in «un capitolo della Storia».
Domani però il Consiglio della Banca centrale europea dovrà rivedere l’agenda sulla base di uno scenario economico peggiore del previsto sul lato dell’aumento dei prezzi, con paesi fra i quali l’Italia già in deflazione, e della crescita che si è fermata anche in Germania. Le attese degli operatori sono per una strategia più aggressiva della Bce, ma c’è molta cautela nell’immaginare nuovi interventi oltre a quelli già programmati. Se qualcuno continua a segnalare la possibilità di un ulteriore ritocco dei tassi di riferimento, pari allo 0,15% — riducendo quella che Draghi ha però definito la «lower bound», cioè la soglia minima praticabile, che ha già peraltro portato i tassi di mercato in prossimità, o addirittura sotto, allo zero — sono pochi quelli che continuano a puntare sull’adozione immediata del quantitative easing, cioè dell’acquisto massiccio di titoli privati e soprattutto pubblici da parte della Bce. Più probabile sembra invece un’ accelerazione, con la comunicazione dei primi dettagli e magari anche di una tempistica ravvicinata, dell’acquisto di Abs, cioè di titoli bancari cartolarizzati rappresentativi di crediti e prestiti, per i quali in realtà esistono problemi di garanzie, o meglio di mancanza di garanzie pubbliche, e problemi di mercato, ancora asfittico in Europa tanto che il suo rilancio sarà uno dei temi centrali dell’Ecofin di Milano.
Giovedì sarà comunque la giornata delle Tltro, cioè dei prestiti alle banche a tassi bassissimi, destinati a finanziare imprese e famiglie (esclusi i mutui immobiliari): la prima operazione partirà il 18 settembre e sarà seguita da una seconda in dicembre. Ce ne saranno poi altre 6 a cadenza trimestrale, a cui potranno accedere però solo le banche che nel frattempo hanno aumentato il livello dei prestiti all’economia. Il plafond iniziale, complessivo, sarà di 400 miliardi, pari al 7% dell’ammontare degli impieghi tra maggio 2013 e aprile 2014, ma la cifra finale per l’intero biennio potrà arrivare a 1000 miliardi. Per le banche italiane il plafond per le prime due operazioni è di circa 75 miliardi, e per l’intero periodo potrebbe arrivare a 200 miliardi, una cifra importante come ha sottolineato anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.