Eterologa, prima volta nel pubblico: si parte con otto coppie
Domani al Policlinico Careggi di Firenze inizieranno i test, a fine settembre l’impianto. Oggi vertice Stato-Regioni per linee comuni
Domani, per la prima volta in Italia, un ospedale pubblico aprirà le porte alle coppie che desiderano sottoporsi alla fecondazione eterologa. Lo farà il Careggi di Firenze ed è un debutto di portata storica: nel nostro Paese, infatti, l’eterologa non ha mai potuto essere eseguita a carico del servizio sanitario, ma solo in cliniche private e a pagamento. Anche prima del 2004 — anno del divieto della donazione di semi e ovociti esterni alla coppia — i centri pubblici non se ne potevano occupare: la tecnica era vietata da una circolare adottata nella metà degli anni Ottanta dall’allora ministro della Sanità, Costante Degan (Dc). Ora le coppie potranno limitarsi al pagamento di un ticket (sui 500 euro). La svolta arriva dopo che la Corte costituzionale ha cancellato il divieto di eterologa sancito dalla legge 40 e dopo che la Toscana ha deciso di procedere anche in assenza di una legge in materia. Scriveva ieri su Facebook il governatore Enrico Rossi (Pd): «Da noi il diritto di provare ad avere un figlio è una realtà».
Domani al Careggi saranno viste otto coppie. È solo l’inizio.
Ticket Le coppie residenti in Toscana pagheranno solo un ticket di 500 euro. Tremila, per le altre
Al policlinico fiorentino si è registrato un record di prenotazioni, tanto che i vertici dell’ospedale stanno pensando di raddoppiare le giornate dedicate agli appuntamenti, per ora una a settimana (il giovedì). Finora le prenotazioni sono 184, ma il numero è destinato a crescere di giorno in giorno. «Abbiamo coppie in lista d’attesa fino a febbraio — dice la ginecologa Elisabetta Coccia —. Trovo incredibile che l’eterologa non sia mai stata eseguita in un centro pubblico. La consapevolezza di essere i primi mi emoziona».
Il 75% delle richieste d’aiuto arriva da fuori Toscana, in particolare Lazio e Campania («Ma sono arrivate domande da tutta Italia, anche dalle regioni più lontane come Veneto, Sicilia e Molise», ribadisce Coccia). E, nella maggior parte dei casi, sono le donne ad avere problemi di fertilità. Per il reperimento di ovuli il Careggi ricorrerà, almeno all’inizio, all’egg ossia alla condivisione di ovociti, in cui la donna che si sottopone al trattamento di procreazione medicalmente assistita per se stessa cede gli ovociti in soprannumero rispetto a quelli che lei utilizzerà. In futuro c’è la speranza di aprire la strada alle donazioni volontarie, in cui le donne sono disposte a sottoporsi al prelievo di ovuli al solo fine di donarli ad altre.
Negli appuntamenti di domani i medici del Careggi inizieranno a esaminare la storia clinica delle coppie, cui seguiranno gli accertamenti clinici. L’eterologa vera e propria verrà effettuata, con ogni probabilità, verso la fine di settembre. Nel frattempo la Regione Toscana definirà anche con esattezza il costo del ticket. «Sarà poco più alto di quello previsto per la fecondazione omologa e dovrebbe aggirarsi intorno ai 500/600 euro per i cittadini residenti — spiega l’assessore alla Salute, Luigi Marroni —. Le coppie provenienti da fuori Toscana? Se ci saranno Regioni disponibili a pagare la prestazione allora i cittadini pagheranno solamente il ticket; altrimenti dovranno pagare l’intero costo, intorno ai 3.000 euro».
Oggi a Roma, invece, c’è un doppio appuntamento. Le Regioni — prima con un tavolo tecnico, poi con uno politico — tenteranno di mettere a punto linee guida comuni che, se approvate in Conferenza Stato-Regioni, potrebbero portare a un’applicazione omogenea a livello nazionale dell’eterologa, dopo lo stop del governo al decreto messo a punto all’inizio agosto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. L’attesa è forte.