Gnudi completa la squadra dell’Ilva, Renon e Sforza approdano a Taranto
Riempite le caselle del direttore generale e del capo della finanza. Il nodo della liquidità e l’attesa per le mosse di Arcelor Mittal I due manager affiancheranno il commissario straordinario
MILANO — Si va completando la squadra di vertice dell’Ilva, che affiancherà Piero Gnudi nel difficile processo di risanamento del gruppo siderurgico. Il commissario straordinario ha incastrato ad agosto il primo tassello, il più importante, della nuova struttura manageriale chiamando come direttore generale Roberto Renon, ex responsabile della divisione «generazione e sviluppo impianti» dell’Enel, che ha preso servizio lunedì. E a Taranto è arrivato anche Claudio Sforza, scelto da Gnudi come nuovo direttore finanziario (cfo) dell’Ilva. Un incarico che, viste le condizioni in cui versa il gruppo siderurgico, è delicato almeno quanto quello del direttore generale. Più che far quadrare i conti, Sforza ha nell’immediato il compito di trovare i capitali con cui tenere in piedi l’Ilva, che conta 16 mila dipendenti dislocati in 24 stabilimenti di cui il più importante, e grande per quantità di laminato prodotta, è a Taranto da dove è partita la crisi che ha investito la proprietà, la famiglia Riva, estromessa dalla stanza dei bottoni per via dei guai giudiziari legati alla gestione degli impianti.
Nella squadra di vertice c’è anche Marco Pucci, l’ex amministratore delegato degli Acciai Speciali Terni, a cui è stata assegnata la responsabilità delle vendite e dello sviluppo del business, messo da Gnudi a diretto riporto del direttore generale.
I nuovi entrati sono tutt’altro che sconosciuti. Renon, 66 anni bellunese, ha passato gran parte della sua carriera a occuparsi di energia, in Enel e prima in Edison Termoelettrica, passando per Alitalia e prima in TrenitaliaTav. Sforza, invece, arriva da Gamenet, la società dei giochi controllata dal fondo di private equity Trilantic Capital Partners, da cui si è dimesso all’inizio di agosto per rispondere alla chiamata di Gnudi. Il manager romano, 56 anni, ha iniziato la carriera in Pfizer da cui poi è passato alla Gepi e successivamente in Iritel, Telecom Italia e Wind e successivamente in Poste dove è stato amministratore unico di Poste Energia ma soprattutto cfo e poi
Il gruppo Il commissario Piero Gnudi amministratore delegato di Postel.
Con l’arrivo di Renon e Sforza, il commissario straordinario Gnudi incastra le due caselle principali dell’organigramma della nuova Ilva. L’azienda è per il momento ancora in un limbo. Dopo l’estromissione dei Riva è partita la ricerca di possibili partner/acquirenti con cui proseguire l’attività. Si è fatta avanti Arcelor Mittal, ma anche il gruppo Marcegaglia è interessato. Gnudi vorrebbe mettere tutti attorno a un tavolo per comporre una cordata con la presenza di soci italiani e il coinvolgimento, ha detto lo stesso commissario, del Fondo strategico.
Al momento, tuttavia, la priorità è per la cassa e dunque Sforza è stato subito proiettato in prima linea a sondare le banche per trovare le risorse con cui assicurare la continuità, e quindi evitare la chiusura, di Taranto dove gli stipendi di luglio sono stati finalmente pagati (il 12 agosto) ma non il premio di produzione, rinviato a settembre per la crisi di liquidità con cui l’Ilva ha a che fare ormai da diversi mesi.