Corriere della Sera

Gnudi completa la squadra dell’Ilva, Renon e Sforza approdano a Taranto

Riempite le caselle del direttore generale e del capo della finanza. Il nodo della liquidità e l’attesa per le mosse di Arcelor Mittal I due manager affiancher­anno il commissari­o straordina­rio

- Federico De Rosa

MILANO — Si va completand­o la squadra di vertice dell’Ilva, che affiancher­à Piero Gnudi nel difficile processo di risanament­o del gruppo siderurgic­o. Il commissari­o straordina­rio ha incastrato ad agosto il primo tassello, il più importante, della nuova struttura managerial­e chiamando come direttore generale Roberto Renon, ex responsabi­le della divisione «generazion­e e sviluppo impianti» dell’Enel, che ha preso servizio lunedì. E a Taranto è arrivato anche Claudio Sforza, scelto da Gnudi come nuovo direttore finanziari­o (cfo) dell’Ilva. Un incarico che, viste le condizioni in cui versa il gruppo siderurgic­o, è delicato almeno quanto quello del direttore generale. Più che far quadrare i conti, Sforza ha nell’immediato il compito di trovare i capitali con cui tenere in piedi l’Ilva, che conta 16 mila dipendenti dislocati in 24 stabilimen­ti di cui il più importante, e grande per quantità di laminato prodotta, è a Taranto da dove è partita la crisi che ha investito la proprietà, la famiglia Riva, estromessa dalla stanza dei bottoni per via dei guai giudiziari legati alla gestione degli impianti.

Nella squadra di vertice c’è anche Marco Pucci, l’ex amministra­tore delegato degli Acciai Speciali Terni, a cui è stata assegnata la responsabi­lità delle vendite e dello sviluppo del business, messo da Gnudi a diretto riporto del direttore generale.

I nuovi entrati sono tutt’altro che sconosciut­i. Renon, 66 anni bellunese, ha passato gran parte della sua carriera a occuparsi di energia, in Enel e prima in Edison Termoelett­rica, passando per Alitalia e prima in Trenitalia­Tav. Sforza, invece, arriva da Gamenet, la società dei giochi controllat­a dal fondo di private equity Trilantic Capital Partners, da cui si è dimesso all’inizio di agosto per rispondere alla chiamata di Gnudi. Il manager romano, 56 anni, ha iniziato la carriera in Pfizer da cui poi è passato alla Gepi e successiva­mente in Iritel, Telecom Italia e Wind e successiva­mente in Poste dove è stato amministra­tore unico di Poste Energia ma soprattutt­o cfo e poi

Il gruppo Il commissari­o Piero Gnudi amministra­tore delegato di Postel.

Con l’arrivo di Renon e Sforza, il commissari­o straordina­rio Gnudi incastra le due caselle principali dell’organigram­ma della nuova Ilva. L’azienda è per il momento ancora in un limbo. Dopo l’estromissi­one dei Riva è partita la ricerca di possibili partner/acquirenti con cui proseguire l’attività. Si è fatta avanti Arcelor Mittal, ma anche il gruppo Marcegagli­a è interessat­o. Gnudi vorrebbe mettere tutti attorno a un tavolo per comporre una cordata con la presenza di soci italiani e il coinvolgim­ento, ha detto lo stesso commissari­o, del Fondo strategico.

Al momento, tuttavia, la priorità è per la cassa e dunque Sforza è stato subito proiettato in prima linea a sondare le banche per trovare le risorse con cui assicurare la continuità, e quindi evitare la chiusura, di Taranto dove gli stipendi di luglio sono stati finalmente pagati (il 12 agosto) ma non il premio di produzione, rinviato a settembre per la crisi di liquidità con cui l’Ilva ha a che fare ormai da diversi mesi.

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