Corriere della Sera

LE ELEGIE AMOROSE DI PEDRO SALINAS

- Di SEBASTIANO GRASSO

«Timido ed esigente » lo ricordava Jorge Guillén. E che Pedro Salinas (1891-1951) lo sia stato davvero, lo dimostra la «trilogia amorosa» dedicata a Katherine Prue Reding (1897-1982), ispanista americana del Kansas, che nell’estate del 1932 frequenta il suo corso alla Escuela central de idiomas di Madrid.

D’un tratto, il professor Salinas, 41 anni, si accorge che nella grande aula, la bruna della seconda fila lo guarda piuttosto intensamen­te, quasi con sfacciatag­gine. La scena si ripete per un paio di lezioni, sino a quando la donna, lo avvicina: « Che vento a ottomila chilometri! / Non vedi come tutto vola? / Non vedi i capelli sciolti / dell’amazzone Mabel / che socchiude occhi limpidi / lei, vento, contro il vento?».

Incredulo, Salinas ascolta Margarita Bonmatí scopre la relazione segreta e tenta il suicidio. Presa da scrupoli, Katherine si allontana dall’amante, pur continuand­o ad avere rapporti epistolari — nonostante, nel 1939, essa sposi Brewer Whitmore — sino alla morte del poeta, avvenuta a Boston nel 1951.

Anche se la relazione con l’ispanista americana finisce, Salinas continua a dedicarle centinaia di versi. Stavolta, il titolo, Lungo lamento, è ripreso da Gustavo Adolfo Béquer.

Scritte fra il ’36 e il ’38 negli Stati Uniti, le liriche — tranne qualche eccezione — vengono pubblicate postume, nel ’71 e nel ‘75, nelle Poesias completas (a cura di Jorge Guillén), così come le lettere a Katherine (2002), donate dalla donna all’università di Harvard nel 1979, col patto di non renderle pubbliche prima di vent’anni.

In Italia, il canzoniere di Salinas ha avuto fortuna. Una cinquantin­a di poesie sono uscite da Lerici, nell’antologia curata da Vittorio Bodini nel 1958. Quindi, in volume, da Einaudi La voce a te dovuta, nel ’79, a cura di Emma Scoles, e da Passigli Ragioni d’amore, nel 2006, a cura di Valerio Nardoni. A quest’ultimo si deve, appena edito da Passigli (pp. 189, € 16,50), la curatela dell’ultimo libro della trilogia, Lungo lamento, diventato il sottotitol­o di Amore, mondo in pericolo. «Relazione coniugale incrinata e sogno d’amore finito», scrive Nardoni.

Figura centrale della «Generazion­e del 27» (assieme ad Alberti, Aleixandre, Alonso, Altolaguir­re, Cernuda, Diego, García Lorca, Guillén, Prados), gruppo di giovani poeti che guardavano a Góngora, Pedro Salinas studia nella natía Madrid. Lettore di spagnolo alla Sorbona, traduce Alla ricerca del tempo perduto di Proust (1922). Docente di lingua e letteratur­a spagnola a Siviglia (dove nasce la grande amicizia con Guillén), Cambridge, Madrid e a Santander, nel ‘35 va in Usa, al Wellesley college del Massachuse­tts.

Una volta scoppiata la Guerra civile, il poeta preferisce restare per sempre nel continente americano, anche se «non filtra mai / quel raggio di sole del “tu” o dell’”io”, / del “mi ami” e “ti amo”; / tutto il dolore che separa / due persone per sempre / nelle grammatich­e e nel mondo».

sgrasso@corriere.it

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