Corriere della Sera

Riina: così ho fatto sparare a Dalla Chiesa

Il boss in carcere definisce «farsa» la rielezione di Napolitano

- Virginia Piccolillo

ROMA — Si vanta dell’omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa. È furioso per la rielezione al Quirinale di Giorgio Napolitano. Vorrebbe fucilare Gian Carlo Caselli. Si scandalizz­a di Gheddafi che «alla stregua di Berlusconi, pensava alle mutandine» e «lo avrebbe bombardato assieme ad Assad». Sembra la parodia di se stesso Totò Riina nelle rivelazion­i fatte l’anno scorso nel carcere di Opera al compagno di ora d’aria Alberto Lorusso, videoregis­trate nel corso delle indagini del processo sulla trattativa Stato-Mafia e ora depositate. «La valutazion­e spetta agli organi competenti», ha sottolinea­to ieri Piero Grasso, ex

Napoli

superprocu­ratore antimafia, ora presidente del Senato, nel giorno delle commemoraz­ioni della morte di Dalla Chiesa.

Di lui Riina parla in modo sprezzante: «Era ubriaco. Era un folle». E della sua morte si vanta così: «Appena è uscito lui con sua moglie lo abbiamo seguito a distanza... tun... tun». Potevo farlo là, per essere più spettacola­re nell’albergo, però queste cose a me mi danno fastidio». Il boss corleonese racconta l’ordine di uccidere dato con un gesto. E i dettagli: «Eravamo qualche 7-8 di quelli terribili. L’A112 e 2 o 3 erano appresso e l’abbiamo ammazzato. Ma pure che era morto gli abbiamo sparato». Poi l’accenno alla figlia Rita, conduttric­e: «Certe volte rido con la figlia, questa ha pure... Canale 5. Meschina ha fatto sempre bile con questo suo padre». Tra le chiacchier­e di Riina intercetta­to (non si sa se a sua insaputa), anche la derisione per Napolitano: «Accetta altri 7 anni», dice dopo la rielezione, e aggiunge che «l’ha fatta sporca», è che è una «farsa». Per Caselli: «Un pericolo... ma relativame­nte. Si meriterebb­e di essere fucilato». E per i magistrati: «Sono forti finché qualcuno non ci mette mano». «Totò Riina è nessuno» chiosa don luigi Ciotti.

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