Corriere della Sera

Leoni e yacht in Puglia per le super nozze indiane

Matrimonio in masseria per la figlia del magnate del ferro

- DAL NOSTRO INVIATO Carlo Vulpio

SAVELLETRI (Brindisi) — Più che gli elefanti (tre), sono i gorilla (decine) a stupire. Perché i «gorilla» del caravanser­raglio indiano sbarcato a Taranto con una nave — dalla cui pancia sono usciti i predetti elefanti, due leoni, decine di camion e altri automezzi, e persino tre o quattro yacht — sono gorilla molto meno tolleranti degli originali. E non hanno alcuna voglia di scherzare con chiunque tenti di allungare il collo o ficcare il naso al di là dei cancelli e dei muretti a secco che proteggono Borgo Egnazia, la stupenda masseria circondata da monumental­i ulivi millenari in cui ieri sera alle otto sono cominciati i festeggiam­enti per il matrimonio di Ritika Agarwal e Rohan Metha. Lei, Ritika, è la terza figlia di Pramod Agarwal, leader del gruppo Zamin Ferrous, grande fornitore di ferro per le acciaierie mondiali, miniere in Brasile e in Uruguay.

Ottocento invitati, che secondo alcuni calcoli non meglio verificati rappresent­erebbero il 20 per cento del Pil indiano, e trecento unità tra sarte, cuochi, parrucchie­ri e altro personale di servizio. E gli artisti, tanti e famosi, Shakira su tutti, in dubbio fino all’ultimo, ma tanto annunciata che se anche non ci fosse sarà come se. Alberghi esauriti, resort salvati da una stagione non proprio brillante. Fa, in tutto, una decina di milioni di euro. È vero, un inno allo sfarzo, una spesa folle. Ma anche una botta di vita, sulla quale sarebbe troppo facile e un po’ ipocrita moraleggia­re in nome (ma, appunto, in nome) di chi non ha lavoro o non arriva a fine mese.

Alla fine però proprio questo è accaduto. Intorno all’ennesimo «matrimonio del secolo» dell’ennesimo multimilia­rdario è esplosa l’ennesima polemica sulla «opportunit­à» se questo matrimonio s’avesse o non s’avesse da fare. E perché? È forse colpa dell’indiano Pramod Agarwal se l’India rifiuta di far tornare in Italia i marò Massimilia­no Girone e Salvatore Latorre (quest’ultimo colpito da un ictus e in gravi condizioni)? O se per l’acciaieria italiana Ilva non si trovano quelle soluzioni (mettendoci i soldi necessari) che la allineino alle omologhe in Europa, in Usa e nella stessa India? E invece no. Alla festa di Agarwal il Mharajà nemmeno gli assessori regionali, solennemen­te invitati, sono andati. E perché mai? Ma perché — ecco un altro bello spunto polemico della domenica —, non ci si può mica confondere con questo matrimonio che sembra un film di Bollywood, e proprio qui, la location di tanti film e fiction finanziati dalla Film commission per «fare cultura e promuovere il territorio». Peccato che per far parlare di sé, Savelletri e tutta la costa brindisina non hanno elargito soldi (pubblici) ma, in qualche modo, ne hanno ricevuti. Con gli elefanti, i leoni (e i gorilla) di quello spendaccio­ne di Agarwal.

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