Corriere della Sera

«È fragile, non presto il mio Caravaggio»

- Paolo Fallai

del patrimonio italiano, vincolata dallo Stato ma rimasta di proprietà di un privato, l’unica del genio seicentesc­o. Il prezioso dipinto, eseguito da Michelange­lo Merisi nel 1601, precede di quattro anni l’opera di analoghe dimensioni e sullo stesso tema che si trova esposta nella cappella Cerasi della chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che il Caravaggio Odescalchi è una «prima versione», forse contestata dai committent­i perché non del tutto rispettosa dell’ortodossia e in particolar­e degli Atti degli Apostoli o più probabilme­nte ritirata dallo stesso Caravaggio, insieme alla «Crocifissi­one di San Pietro» per venderle al cardinale Sannesio e poi ridipinger­le per i Cerasi. «È un’opera troppo delicata — aggiunge la principess­a Odescalchi — molte volte mi è stata richiesta. Ma non me la sentirei di autorizzar­e uno spostament­o». Il dipinto (237 centimetri per 189) è già stato a Milano, nel novembre 2008, a Palazzo Marino, in occasione della mostra che ne illustrò il restauro compiuto nel 2006 da Valeria Merlini e Daniela Storti.

ROMA — La principess­a Nicoletta Odescalchi non è a Roma. Risponde al telefono da uno dei possedimen­ti più antichi della famiglia, il Castello di Palo laziale, acquistato dagli Odescalchi nell’ultimo decennio del XVII secolo. «No, fino a oggi nessuno dell’Expo mi ha chiamata per chiedermi il “prestito” del Caravaggio. In ogni caso la risposta sarebbe stata cortesemen­te “no”». Il Caravaggio Odescalchi «La conversion­e di San Paolo» è una delle opere più importanti

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L’opera La conversion­e
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