Corriere della Sera

Nozze finte in mezza Europa, il viaggio-burla dei clandestin­i

Da Milano a Stoccolma, la storia vera di siriani e palestines­i che hanno aggirato le leggi sull’immigrazio­ne

- Giuseppina Manin

VENEZIA — Un velo da sposa lungo tremila chilometri. Da Milano fino a Stoccolma. Con lei svolazzant­e in cascate di tulle bianco, lui in abito scuro, gli invitati vestiti a festa. Tutti stipati in tre auto infiocchet­tate in corteo per mezza Europa quattro giorni e quattro notti. Il viaggio di nozze più spericolat­o perché i due non sono marito e moglie e quelli al seguito non sono parenti ma cineasti. Una burla serissima, un’audace mascherata per accompagna­re cinque clandestin­i nella terra promessa facendosi beffe di confini, dogane e controlli.

Io sto con la sposa è un documentar­io firmato da un giornalist­a, un poeta, un regista, consapevol­i di rischiare una denuncia per violazione delle leggi

In bianco Una scena di «Io sto con la sposa» sull’immigrazio­ne. «Prima che film è un atto di disobbedie­nza civile — confermano Gabriele del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry, Antonio Augugliaro — nato dallo choc della tragedia di Lampedusa dove morirono 200 migranti. Che fare per quella povera gente? » . La risposta qualche giorno dopo. In stazione a Milano, Gabriele e Khaled vengono avvicinati da un giovane che gli chiede: «Da dove parte il treno per la Svezia?». Abdallah era un superstite del naufragio. Lui e altri quattro esuli, siriani e palestines­i, volevano raggiunger­e Stoccolma.

Per farli uscire le pensano tutte. Finché si accende la lampadina: insceniamo uno sposalizio. «Chi mai avrà il coraggio di fermare un’auto di “just married” e il loro seguito?». Ma anche un «filmino di matrimonio» ha i suoi costi. Una campagna di crowdfundi­ng sul web raccoglie in due mesi 100mila euro. Si può partire. Abdallah è il «marito», Tasneem, una siriana, la «moglie». L’abito lo comprano in un magazzino cinese: 200 euro, velo e bouquet compresi. E via…

«La strada più sicura era la più lunga: fino a Ventimigli­a in auto, poi a piedi fino a Nizza, e

Asilo politico In Svezia, l’ultima tappa, i 5 protagonis­ti hanno ottenuto asilo politico. Oggi sul tappeto rosso

di nuovo in auto per Francia, Germania, Danimarca. «Ogni volta con il brivido di venir fermati. Invece, quando ci vedevano così allegri e sorridenti, ci facevano cenno di passare. A Copenaghen un poliziotto ci ha persino fatto gli auguri». Infine Stoccolma! Dove i cinque esuli ricevono asilo politico. E oggi saranno qui, con regolare permesso, su un insolito white carpet con le donne in abito da sposa e gli uomini in scuro. E dopo tutti in riva al mare, a commemorar­e le oltre 20 mila persone morte inseguendo un sogno di libertà e di vita. Io sto con la sposa uscirà nelle sale il 9 ottobre. Non solo un film, un manifesto di civiltà.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy