Nozze finte in mezza Europa, il viaggio-burla dei clandestini
Da Milano a Stoccolma, la storia vera di siriani e palestinesi che hanno aggirato le leggi sull’immigrazione
VENEZIA — Un velo da sposa lungo tremila chilometri. Da Milano fino a Stoccolma. Con lei svolazzante in cascate di tulle bianco, lui in abito scuro, gli invitati vestiti a festa. Tutti stipati in tre auto infiocchettate in corteo per mezza Europa quattro giorni e quattro notti. Il viaggio di nozze più spericolato perché i due non sono marito e moglie e quelli al seguito non sono parenti ma cineasti. Una burla serissima, un’audace mascherata per accompagnare cinque clandestini nella terra promessa facendosi beffe di confini, dogane e controlli.
Io sto con la sposa è un documentario firmato da un giornalista, un poeta, un regista, consapevoli di rischiare una denuncia per violazione delle leggi
In bianco Una scena di «Io sto con la sposa» sull’immigrazione. «Prima che film è un atto di disobbedienza civile — confermano Gabriele del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry, Antonio Augugliaro — nato dallo choc della tragedia di Lampedusa dove morirono 200 migranti. Che fare per quella povera gente? » . La risposta qualche giorno dopo. In stazione a Milano, Gabriele e Khaled vengono avvicinati da un giovane che gli chiede: «Da dove parte il treno per la Svezia?». Abdallah era un superstite del naufragio. Lui e altri quattro esuli, siriani e palestinesi, volevano raggiungere Stoccolma.
Per farli uscire le pensano tutte. Finché si accende la lampadina: insceniamo uno sposalizio. «Chi mai avrà il coraggio di fermare un’auto di “just married” e il loro seguito?». Ma anche un «filmino di matrimonio» ha i suoi costi. Una campagna di crowdfunding sul web raccoglie in due mesi 100mila euro. Si può partire. Abdallah è il «marito», Tasneem, una siriana, la «moglie». L’abito lo comprano in un magazzino cinese: 200 euro, velo e bouquet compresi. E via…
«La strada più sicura era la più lunga: fino a Ventimiglia in auto, poi a piedi fino a Nizza, e
Asilo politico In Svezia, l’ultima tappa, i 5 protagonisti hanno ottenuto asilo politico. Oggi sul tappeto rosso
di nuovo in auto per Francia, Germania, Danimarca. «Ogni volta con il brivido di venir fermati. Invece, quando ci vedevano così allegri e sorridenti, ci facevano cenno di passare. A Copenaghen un poliziotto ci ha persino fatto gli auguri». Infine Stoccolma! Dove i cinque esuli ricevono asilo politico. E oggi saranno qui, con regolare permesso, su un insolito white carpet con le donne in abito da sposa e gli uomini in scuro. E dopo tutti in riva al mare, a commemorare le oltre 20 mila persone morte inseguendo un sogno di libertà e di vita. Io sto con la sposa uscirà nelle sale il 9 ottobre. Non solo un film, un manifesto di civiltà.