Corriere della Sera

Uno sconto sulle tasse a chi sistema vie e piazze

Sblocca Italia, resta l’incentivo per chi acquista una casa e la dà in affitto

- Di LORENZO SALVIA

Gruppi di cittadini avranno diritto a un taglio delle tasse comunali se si prenderann­o cura del territorio. A stabilirlo è il decreto sblocca Italia, che lascia ai sindaci la scelta di varare lo sconto. C’è anche un incentivo per chi compra una casa e la dà in affitto.

ROMA — Un gruppo di condomini riesce miracolosa­mente a trovare un accordo. E decide di risistemar­e la strada davanti al palazzo: chiude le buche, cancella le scritte sui muri, magari compra un paio di fioriere. Il Comune ringrazia e in cambio concede uno sconto sulla Tasi, la nuova tassa sulla casa. I negozianti che affacciano su una piazza si fanno carico della manutenzio­ne di quel pezzo di città: aggiustano il marciapied­e, sistemano le aiuole, sullo slancio mettono persino un piccolo palco per i concerti. Il Comune ringrazia pure loro e rinuncia per qualche mese alla «tassa sui tavolini», quella per l’occupazion­e del suolo pubblico. Se per un nuovo taglio delle tasse bisogna aspettare ancora, almeno diventa possibile il pagamento in natura. O meglio, sotto forma di interventi fai da te per la cura del territorio. La piccola devolution del decoro urbano è contenuta nello «sblocca Italia», il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri una settimana fa e ormai alla fine di un lungo lavoro di limatura. La norma ballava in attesa delle osservazio­ni del ministero dell’Economia. Ma alla fine è passata perché non c’è un impatto immediato sulle casse dello Stato. Lo sconto sulla Tasi non è automatico, la sospension­e della tassa sul tavolino non scatta dall’oggi al domani. Saranno i Comuni, con apposita delibera, a decidere a chi fare lo sconto, in cambio di cosa, per quanti mesi e in quale percentual­e. Lo «sblocca Italia» si limita a fissare il principio generale. Dice l’ultima versione dell’articolo 26 che «l’esonero dal pagamento del corrispond­ente tributo» può essere concesso a «comunità di cittadini, associazio­ni non profit, rappresent­anze di categorie economiche che abbiano presentato un progetto di riqualific­azione». E che il progetto può prendere diverse forme, come la «pulizia di una limitata zona del territorio, la manutenzio­ne e l’abbellimen­to di aree verdi, piazze o strade anche mediante le collocazio­ne di elementi di arredo urbano o la realizzazi­one di eventi». Le buche, le fioriere, i concerti: tutto in cambio di uno sconto che però «deve riferirsi a un periodo limitato di tempo». Saranno i sindaci, dunque, a capire se il gioco vale la candela: se cioè possono rinunciare ad una parte dei soldi frutto delle tasse locali in cambio di interventi che loro non riescono a fare, proprio per mancanza di fondi. C’è il rischio che tutto si trasformi in un cane che si morde la coda: meno soldi, meno interventi, meno soldi, meno interventi. Ma se il meccanismo funziona potrebbe aiutare quel «rammendo delle periferie» (copyright Renzo Piano) di cui c’è tanto bisogno.

« L’idea viene dalla Gran Bretagna — racconta il viceminist­ro per le Infrastrut­ture Riccardo Nencini — faceva parte delle riforme presentate dal premier David Cameron all’inizio del suo mandato » . L’obiettivo è moltiplica­re quegli interventi spontanei dal basso che già oggi si muovono nell’ombra. E che in cambio non ottengono nulla se non una piccola pubblicità e una strana sensazione di orgoglio civile.

Nell’ultima versione del decreto «sblocca Italia» ha resistito anche un altro sconto sulle tasse, pure questo in bilico fino all’ultimo. E cioè la possibilit­à di dedurre dalla dichiarazi­one dei redditi il 20% del prezzo d’acquisto di una casa nuova o completame­nte ristruttur­ata, fino ad un massimo di 300 mila euro. Un bonus che può essere incassato se la casa viene data in affitto a canone concordato per otto anni. Nel governo c’era chi giudicava questa misura un favore ai costruttor­i, perché alleggeris­ce il carico degli immobili invenduti che affossa i loro bilanci. Ma è stato direttamen­te il premier Matteo Renzi a insistere, convinto che il meccanismo, già applicato in Francia dove proprio in questi giorni è stato potenziato, serva a far ripartire il settore più colpito dalla crisi di questi anni. Nell’immediato, tra imposta di registro e Iva aggiuntiva portata dagli acquisti, il bonus dovrebbe addirittur­a aumentare il gettito per lo Stato. Tra cinque anni invece, visto che lo sconto è spalmato su un periodo di otto, lo Stato ci rimettereb­be qualcosa.

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