La frizzante Italia di Conte
Immobile e De Rossi, battuta l’Olanda
BARI — È andato a riprendere la fiammella azzurra che era rimasta nel cuore dell’Amazzonia, dove l’Italia di Prandelli aveva battuto l’Inghilterra. Ha rialimentato subito la scintilla, che dopo la disfatta mondiale sembrava spenta, annacquata nella palude di uno spogliatoio clamorosamente spaccato. Lo ha fatto in un’amichevole, è vero, ma la Nazionale non si è mai scaldata in queste partite. Invece Antonio Conte ha già acceso il sacro fuoco sotto il pentolone azzurro, mettendo assieme tutti gli ingredienti che lo hanno reso in tre campionati un allenatore quasi invincibile, amalgamandoli con quell’energia capace di rendere sempre elettrico anche l’ultimo dei panchinari.
«Più che una squadra speciale ho avuto degli uomini speciali — dice il nuovo c.t. — l’importante adesso è continuare così, perché sono convinto che si possono fare grandi cose. Al di là del risultato mi interessava vedere la risposta dei ragazzi ed è stata sicuramente positiva, dal punto di vista dell’impegno, ma anche dell’idea di gioco e dell’aggressività. Ho trovato dei giocatori molto disponibili, che hanno voglia di fare qualcosa di importante. Il percorso è lungo e difficile, ma la fiducia e l’entusiasmo ci permettono di fare quello che stiamo facendo ancora con più credibilità: vincere aiuta a vincere».
Sempre in piedi, davanti alla panchina griffata con la mega scritta dello sponsor che ha contribuito al suo arrivo in nazionale, Mister 102 punti è quello che sul 2-0 porta le mani al volto per un errore sotto porta di Zaza e che nei pochi secondi successivi al fallo da rigore in area olandese è già andato a reclamare dal quarto uomo. Non sta fermo un attimo Conte, non abbassa mai la tensione, non toglie mai il piede dall’acceleratore della squadra, che sembra già seguirlo dal punto di vista emotivo, prima ancora che da quello tattico, trascinata da Bonucci da sempre uomo chiave per l’allenatore. Conte si gira verso Verratti in panchina e gli dice: «Hai capito cosa intendo?» dopo aver visto un movimento a centrocampo. Approfitta di una pausa per spiegare a Zaza come doveva governare un pallone per puntare direttamente la porta. Non perde un attimo, riempie anche i tempi morti.
«Abbiamo lavorato per l’intesa degli attaccanti — spiega il c.t. —. Ma il tempo è stato molto poco e adesso quello che conta è che ci siano voglia di lavorare e disponibilità . Questo è un mix di ragazzi maturi e tanti giovani che possono diventare giocatori importanti. La strada come ho detto è lunga e già ci attende una battaglia a Oslo contro una squadra molto ostica».
Oggi più che mai FantAntonio a Bari non è più Cassano che definì «soldatini» i giocatori di Conte in bianconero. E la prima serata della nuova gestione, come spirito di gruppo, nei fatti e nelle parole, sembra una bocciatura non tanto per
Testa alla prossima Siamo solo all’inizio, già martedì a Oslo ci aspetta una battaglia durissima
Cassano, che ha fatto il suo tempo, ma per Mario Balotelli. Non a caso Conte prima della partita, boccia i ritiri «all’olandese». Non per infastidire gli avversari che qui sembrano quasi in gita, ma per prendere le distanze proprio dalle sabbie mobili di quel porto di mare chiamato Mangaritiba, sede del fallimentare ritiro brasiliano: «Io ho fatto i Mondiali — sottolinea Conte — le famiglie venivano, ma stavano in un altro hotel. Il ritiro è il ritiro: bisogna dormire e alimentarsi bene per creare l’atmosfera giusta, trovare la concentrazione e il giusto stato d’animo nella squadra. La Nazionale è una cosa importante: ogni tanto ci penso e dico a me stesso che sembra un film, non l’avrei mai immaginato di essere qui. Spero che anche il finale sia bello». A Oslo ci aspetta una squadra che sembra poco attrezzata. Ma senza più il rumore dei nemici che faceva da sottofondo in campionato, per Conte anche le comparse sono giganti da abbattere.