«Basta mortificazioni Il governo adesso deve trovare i fondi»
Il sottosegretario alla Difesa (e generale): il comparto sconta già gli interventi dell’esecutivo Berlusconi
Sta dicendo che la maggioranza dovrà porre rimedio a questa situazione?
«Sono sicuro che il governo valuterà con la dovuta attenzione queste giuste richieste che arrivano dalle forze dell’ordine». Ma come? «Vede, questa situazione di allarmismo è giustificata da un semplice motivo. Dalle notizie uscite dalla stampa...».
La interrompo. È stato il ministro Madia a fare la dichiarazione sul blocco degli stipendi...
«Le dicevo, dalle notizie uscite sulla stampa dopo quelle dichiarazioni è parso di capire che il blocco degli stipendi comporti anche il blocco degli interventi sul tetto salariale. Perché, vede, il comparto Difesa e sicurezza sta già pagando un prezzo molto caro, a seguito degli interventi fatti dal governo Berlusconi nel 2010. Mi riferisco sia allo stop dato agli assegni funzionali che alle progressioni di carriera».
Sta dicendo che si potrebbero sbloccare intanto questi ultimi, che ovviamente incidono sul salario, prescindendo dal blocco degli stipendi?
«Tutte le soluzioni per andare incontro a questo problema saranno individuate nella legge di Stabilità, non prima. Non dimentichi che parliamo di persone che quotidianamente orientano la loro azione alla garanzia della sicurezza dei cittadini e all’interesse generale. E che hanno più di altri a cuore la rinascita del Paese proprio perché sono vincolati al loro senso del dovere, al loro spirito di servizio, alla solidarietà verso gli altri».
E se nella legge di Stabilità questa «riparazione» non ci fosse?
«La specificità del comparto Difesa Generale Domenico Rossi, 63 anni, è generale di corpo d’armata dell’Esercito, deputato del gruppo Per l’Italia e sottosegretario alla Difesa e sicurezza deve essere riconosciuta proprio per il lavoro che svolgono queste persone. Ed è un compito di cui devono farsi carico il governo, il Parlamento, le amministrazioni e le rappresentanze del personale. Non ci dimentichiamo che il sacrificio di queste persone va oltre. E raggiunge in alcuni casi anche l’anteporre la propria vita personale all’interesse generale».