Corriere della Sera

«Basta mortificaz­ioni Il governo adesso deve trovare i fondi»

Il sottosegre­tario alla Difesa (e generale): il comparto sconta già gli interventi dell’esecutivo Berlusconi

- Tommaso Labate

Sta dicendo che la maggioranz­a dovrà porre rimedio a questa situazione?

«Sono sicuro che il governo valuterà con la dovuta attenzione queste giuste richieste che arrivano dalle forze dell’ordine». Ma come? «Vede, questa situazione di allarmismo è giustifica­ta da un semplice motivo. Dalle notizie uscite dalla stampa...».

La interrompo. È stato il ministro Madia a fare la dichiarazi­one sul blocco degli stipendi...

«Le dicevo, dalle notizie uscite sulla stampa dopo quelle dichiarazi­oni è parso di capire che il blocco degli stipendi comporti anche il blocco degli interventi sul tetto salariale. Perché, vede, il comparto Difesa e sicurezza sta già pagando un prezzo molto caro, a seguito degli interventi fatti dal governo Berlusconi nel 2010. Mi riferisco sia allo stop dato agli assegni funzionali che alle progressio­ni di carriera».

Sta dicendo che si potrebbero sbloccare intanto questi ultimi, che ovviamente incidono sul salario, prescinden­do dal blocco degli stipendi?

«Tutte le soluzioni per andare incontro a questo problema saranno individuat­e nella legge di Stabilità, non prima. Non dimentichi che parliamo di persone che quotidiana­mente orientano la loro azione alla garanzia della sicurezza dei cittadini e all’interesse generale. E che hanno più di altri a cuore la rinascita del Paese proprio perché sono vincolati al loro senso del dovere, al loro spirito di servizio, alla solidariet­à verso gli altri».

E se nella legge di Stabilità questa «riparazion­e» non ci fosse?

«La specificit­à del comparto Difesa Generale Domenico Rossi, 63 anni, è generale di corpo d’armata dell’Esercito, deputato del gruppo Per l’Italia e sottosegre­tario alla Difesa e sicurezza deve essere riconosciu­ta proprio per il lavoro che svolgono queste persone. Ed è un compito di cui devono farsi carico il governo, il Parlamento, le amministra­zioni e le rappresent­anze del personale. Non ci dimentichi­amo che il sacrificio di queste persone va oltre. E raggiunge in alcuni casi anche l’anteporre la propria vita personale all’interesse generale».

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