Berlusconi è pronto a trattare con Renzi su Italicum e Consulta: guadagniamo tempo
ROMA — Fosse per loro, sulla legge elettorale se la prenderebbero comoda. Silvio Berlusconi e i suoi non hanno alcuna fretta di concedere a Matteo Renzi uno strumento che, di fatto, gli permetterebbe di minacciare alleati e avversari: o fate come dico io, e collaborate, o vi porto al voto quando voglio.
Fino a pochi giorni fa, in effetti, l’impressione era che lo stesso premier non scalpitasse per rimettere mano ad un provvedimento che creerà tensioni e polemiche fra i contendenti, anche all’interno della sua maggioranza. Ma l’aria sembra stia cambiando. Anche nella telefonata che il Cavaliere ha avuto con il capo del governo, si è deciso che sarà necessario un nuovo incontro a breve per mettere nero su bianco un’intesa sull’Italicum e sul prosieguo delle riforme.
I tempi non saranno brevissimi, visto che al Senato avranno la precedenza lo Sblocca Italia, la riforma della Pubblica amministrazione e forse anche il Jobs Act, ma l’indicazione di Renzi al ministro Boschi e alla presidente della commissione Affari costituzionali Finocchiaro è stata chiara: andiamo avanti. Con una postilla: facciamolo senza scontentare troppo Forza Italia.
Diventa dunque quello della legge elettorale il primo terreno sul quale si verificherà la tenuta dell’asse tra Berlusconi e Renzi, che finora sembra reggere senza scosse. Non l’unico, se è vero che il leader azzurro si aspetta modifiche sostanziali anche ai provvedimenti annunciati sulla giustizia, a partire dal falso in bilancio, in cambio di una sua collaborazione e di un’opposizione morbida. E, tra le urgenze, c’è anche quella delicatissima della nomina dei nuovi componenti della Consulta: posizioni di partenza ancora distanti (Berlusconi pensa a Ghedini, in seconda battuta a Catricalà), nel Pd ancora la situazione non è chiara, anche se si fa sempre il nome di Violante. È chiaro che