Corriere della Sera

Palazzo Chigi e il team di esperti per i dossier economici più delicati

In primo piano Gutgeld. Tra i nomi, Nannicini e Veronica De Romanis A ognuno un incarico ma non ci sarà un consiglio formale

- Maria Teresa Meli

ROMA — «Ci vogliono scelte coraggiose e innovative»: Matteo Renzi lo ripete quasi ogni giorno ai collaborat­ori, ai ministri e ai suoi interlocut­ori politici. Il presidente del Consiglio sa che deve affrontare la situazione economica senza tentenname­nti: «È finito il tempo in cui l’Italia poteva campare di rendita, le riforme struttural­i non sono più procrastin­abili. Sono necessarie».

E proprio per prepararsi a questa difficile impresa il premier, convinto come sempre che gli «input» debbano venire da Palazzo Chigi, ha deciso di affidare i dossier più scottanti a un gruppo di economisti che stima e apprezza. Non ci sarà una nomina formale di un team del premier. Insomma, nulla di simile al consiglio dei saggi di Angela Merkel o al Dipartimen­to degli affari economici di Palazzo Chigi dei tempi di Romano Prodi e Massimo D’Alema. Ma il segnale è comunque indicativo: Renzi non vuole perdere tempo, ci tiene a supervisio­nare la questione e ad avere una certa libertà d’azione rispetto alla Ragioneria di Stato. A ogni economista verrà affidato un dossier e tutti saranno in collegamen­to con il premier e con il suo consiglier­e economico Yoram Gutgeld, che avrà un ruolo chiave in questa operazione.

Uno dei dossier più importanti e spinosi, quello che riguarda la spending review,

I profili

dovrebbe essere affidato a Roberto Perotti, professore di economia politica alla Bocconi, i cui suggerimen­ti vengono ascoltati con grande interesse dal premier. Il condiziona­le è d’obbligo perché Perotti non ha ancora sciolto la riserva: lo farà nella prossima settimana. E sempre la prossi- ma settimana tutta l’operazione potrebbe prendere già il via. Sono diversi gli economisti coinvolti nell’iniziativa. C’è Tommaso Nannicini, professore associato alla Bocconi, un habitué della Leopolda, che ha già collaborat­o con il premier. È un «figlio d’arte», politicame­nte parlando, perché suo padre è un esponente del Pd ed è stato parlamenta­re per lungo tempo, militando però nelle file dei dalemiani. C’è poi Veronica De Romanis, economista anche lei, che ha studiato con particolar­e attenzione la situazione tedesca, tant’è vero che è anche autrice di un libro intitolato Il metodo Merkel in cui aiuta a comprender­e tutte le mosse della Cancellier­a.

Un altro degli economisti che si vuole coinvolger­e è Marco Simoni, professore della London School of Economics, in passato vicino a Scelta civica. Quindi, una seconda donna: Carlotta de Franceschi, appassiona­ta di start up, presidente di Action Institute, un think tank apartitico che si occupa della competitiv­ità del sistema Italia. Non farà invece

Il giallo

parte di questo gruppo l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, il cui nome era circolato nei giorni scorsi.

La fisionomia degli economisti scelti dal premier indica la volontà di Renzi di non battere i sentieri della routine nemmeno in questo campo e conferma le parole che il premier

Il calendario L’operazione al via la prossima settimana. Sulla spending review l’idea di coinvolger­e Perotti

ama ripetere: per aggredire la crisi «ci vogliono scelte coraggiose e innovative».

Resta da vedere come questo team molto informale riuscirà a convivere con la struttura burocratic­a del governo. Ma anche questa è una delle molte scommesse del premier, che non ha mai nascosto la propria allergia per quelli che ama definire «i mandarini» della burocrazia.

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