I confronti
Il patto di gennaio al Nazareno
Lo scorso 18 gennaio Berlusconi sigla con Renzi, segretario del Pd non ancora premier, un patto su legge elettorale, Senato e Titolo V
I faccia a faccia di aprile e luglio
Dopo di allora il leader di FI incontra altre due volte il premier a Palazzo Chigi, il 14 aprile e il 3 luglio, per rinnovare l’intesa
L’intesa si rinnova il 6 agosto
Il 6 agosto l’ultimo incontro a Palazzo Chigi: regge l’asse sull’Italicum e si parla di modifiche alle soglie di sbarramento e per ottenere il premio la trattativa sarà serrata, e cruciale.
D’altronde allo stato Berlusconi pensa che si possa che mantenere un’apertura di credito a Renzi, soprattutto per non offrirgli una facile rottura che gli spianerebbe la porta del voto ora: «Io devo ancora aspettare la sentenza di Strasburgo sulla Severino e la Cassazione su Ruby, prima la mia agibilità resta limitata. E Renzi invece, se continua a governare, dovrà cimentarsi con tagli e sacrifici che gli costeranno consensi. Dobbiamo guadagnare tempo». E dunque cedere qualcosa, o molto.
Si parte da Consulta e legge elettorale, appunto, e gli azzurri pensano di strappare qualcosa su quest’ultima: è vero che si va verso un abbassamento delle soglie che darà un potere ai piccoli partiti, come l’Ncd, ma solo se coalizzati. E questo significa che dai FdI agli alfaniani, tutti dovranno schierarsi. Anche per questo, due giorni fa l’ex premier ha deciso che bisogna tentare di riannodare i fili dell’alleanza di centrodestra. E per farlo ha nominato un comitato ad hoc — formato da Matteoli, Verdini, Toti, Romani e Brunetta — che si occupi di programmi e alleanze in vista delle Regionali. Resta alla finestra Fitto, che insiste sulle primarie. Nodi che verranno al pettine nei prossimi giorni.