Corriere della Sera

Preso Bosnic, reclutator­e per l’Isis che predicò a Bergamo

Ahmad Abousamra, cresciuto a Boston, ottime scuole, è considerat­o il «responsabi­le della comunicazi­one» dello Stato islamico E l’Fbi dà la caccia al jihadista Usa «È lui il regista web degli estremisti»

- Guido Olimpio

WASHINGTON — Cresce la pressione sulle reti d’appoggio o i semplici simpatizza­nti dell’Isis. La polizia serba di Bosnia ha arrestato l’imam Bilal Bosnic insieme a 14 militanti accusati di reclutare volontari per il movimento estremista. L’esponente religioso radicale ha visitato nell’inverno scorso Bergamo, Cremona e Pordenone dove ha pronunciat­o sermoni piuttosto duri e per questo è finito sotto la lente degli investigat­ori italiani. Al momento dell’arresto, Bosnic, 41 anni, si trovava nella cittadina di Banja Luka. Ora sarà interessan­te valutare gli eventuali seguiti dell’inchiesta dopo le verifiche sugli estremisti e il materiale sequestrat­o.

L’intera intelligen­ce occidental­e ha accresciut­o la sorveglian­za sugli ambienti che sostengono in Occidente la lotta dell’Isis in Siria e in Iraq. Al tempo stesso sono stati intensific­ati i controlli per ricostruir­e la mappa e i contatti dei militanti occidental­i entrati nella fazione. Tra i più interessan­ti vi sarebbe un cittadino americano d’origine siriana, Ahmad Abousamra. Per i servizi di sicurezza Usa citati dalla rete Abc sarebbe il regista della campagna sulla web. Trentenne, nato in Francia, Ahmad è figlio di un endocrinol­ogo di fama del Massachuse­tts. Infatti il jihadista è cresciuto in un sobborgo di Boston, a Stoughton, ed ha frequentat­o ottime scuole private, alcune cattoliche. Poi si è laureato, specializz­andosi nell’uso dei computer e della tecnologia per la comunicazi­one. Vita normale che prende però una svolta imprevista all’inizio degli anni 2000. Ahmad si accosta sempre più a un’interpreta­zione estremista della religione, è affascinat­o dai gruppi che usano la lotta armata. Insieme a due amici — e complici — si reca all’estero. Pakistan, Yemen, forse anche Iraq. Sono tentativi di entrare in Al Qaeda. Tutto questo accade attorno al 2004, coincide con le operazioni americane a Bagdad.

Catturato L’imam Bilal Bosnic

Abousamra rientra brevemente negli Stati Uniti e finisce nel radar dell’Fbi insieme agli altri due compagni di viaggio. Lo indagano, viene interrogat­o. Gli agenti stanno costruendo il dossier quando il siro-americano fa perdere le sue tracce. Dal 2006, il militante si trasferisc­e in Siria, nella città di Aleppo dove ha amici e legami familiari. Con lui moglie e figlia. In seguito si trasferisc­e in Iraq. Per le autorità statuniten­se svolge un ruolo importante nel «dipartimen­to propaganda» di Al Qaeda dove si occupa della produzione delle centinaia di video che mostrano gli attacchi dei mujaheddin. Nel 2009 è incriminat­o dalla magistratu­ra Usa per i suoi vincoli con il terrorismo, tre anni dopo il suo nome è aggiunto alla lista dei super ricercati dell’Fbi che offre una taglia di 50 mila dollari. Adesso è possibile che stia svolgendo la stessa missione nell’Isis.

Dagli Usa, infine, è arrivato un appello della famiglia di Steven Sotloff, il reporter trucidato dall’Isis. «Ho un messaggio per Abu Bakr al-Baghdadi — ha dichiarato l’amico del giornalist­a Barak Barfi — Il mese di Ramadan è il mese della pietà. Dov’è la sua?». Poi ha aggiunto «wayluk», parola che in arabo che vuole dire «commettere un grande peccato». «Dio non ama gli aggressori. Io sono qui a discutere con gentilezza. E attendo la sua risposta», ha sottolinea­to Barfi in una dichiarazi­one rilanciata dalle maggiori emittenti arabe.

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