Corriere della Sera

Razzismo

- Stefano Montefiori

(centrosini­stra) per escludere il Front National. È vero, dà un vantaggio a coloro che sono al di là di una certa soglia, ma oggi il Front National è al di là di quella soglia. Sei anni fa noi facevamo il 6 per cento alle europee, a marzo abbiamo fatto il 25%, distanzian­do di gran lunga gli avversari. La presa di coscienza dei francesi sulle scelte nefaste dei governi degli ultimi trent’anni è tale che domani potrebbe portare a un cambio di maggioranz­a».

Ammettiamo che lei vincesse eventuali elezioni politiche anticipate: dovrebbe comunque coabitare con il presidente Hollande.

«L’articolo 20 della Costituzio­ne francese dice che il governo determina e conduce la politica della nazione. Dunque io determiner­ei e condurrei la politica della nazione. Che farà Hollande? Si sottomette­rà o si dimetterà. Inaugurerà le fioriere, andrà a commemorar­e tutto quel che può, lui adora le commemoraz­ioni. E noi governerem­o». E che cosa fareste, per prima cosa? «Sciogliere­mo la morsa dell’austerità, subito. Spiegherem­o alla Germania che noi dobbiamo difendere gli interessi della Francia, non i suoi».

La neo-ministra dell’Educazione Najat Vallaud-Belkacem, nata in Marocco, è bersaglio della destra e in particolar­e dalle riviste «Valeurs Actuelles» e «Minute», accusate di copertine razziste. Che pensa di questi attacchi?

« Minute è specializz­ata nelle provocazio­ni pesanti, e le moltiplica perché ogni volta i media si scandalizz­ano facendole pubblicità. Quanto al termine ayatollah usato da Valeurs Actuelles, è riservato di solito ai politici che si dimostrano settari, non solo a lei perché è musulmana. Basta con il vittimismo, non si può più criticare nessuno solo perché è di origine straniera o musulmano». Che cosa non le piace della ministra? «A scuola bisognereb­be ristabilir­e l’autorità dell’insegnante, e invece lei vuole indebolirl­a ancora. Ridefinire i saperi fondamenta­li, e lei invece fa del pedagogism­o sessantott­ino. La scuola deve istruire. All’educazione pensino i genitori».

L’ex presidente Nicolas Sarkozy tornerà in politica? E lei, lo teme?

«Io spero che torni. È l’avversario ideale: ha un bilancio pessimo, proporrà le stesse soluzioni di Hollande, e se tornerà i francesi si ricorderan­no delle ragioni per cui l’hanno cacciato. Dunque vorrei che tornasse, ma non lo farà. Sarkozy è già parte del passato. E presto dovrà vedersela con i giudici, più che altro».

In questi giorni il suo alleato in Europa Matteo Salvini, della Lega, tesse le lodi della Corea del Nord. Lei condivide?

«Penso tutto il male possibile dei regimi totalitari. Quella di Pyongyang è una spaventosa eredità del passato, ma vorrei che ci preoccupas­simo di combattere anche il totalitari­smo di domani, che è lo Stato islamico: è lui, il fascismo verde, il nemico. Per ora non vedo che provvedime­nti ridicoli».

Come va la relazione con suo padre, Jean-Marie Le Pen? Avevate litigato, dopo che lui ha auspicato un’«infornata» a proposito del cantante Jacques Bruel. È sempre presidente onorario del Fn?

«Certo che è il presidente onorario del Front National, è lui che lo ha fondato e guidato per 40 anni. Ho avuto un disaccordo con lui, gliel’ho espresso chiarament­e, ed è tutto. Le priorità dei francesi sono altre: la disoccupaz­ione, il potere d’acquisto, l’immigrazio­ne, la paura».

@Stef_Montefiori

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