Lorenzin: «Bene le linee guida regionali Ora la legge»
ROMA — I presidenti delle Regioni hanno approvato all’unanimità le linee guida sulla fecondazione eterologa messe a punto dai tecnici regionali e poi vagliate dagli assessori alla Sanità. Ora ogni Regione dovrà recepirle con delibere proprie, ma molte annunciano che lo faranno già dalle prossime ore. «Con le linee guida sull’eterologa le Regioni hanno mandato un segnale politico forte al Parlamento, a cui rivolgo un appello accorato perché legiferi», ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. «Con il vicepresidente Caldoro, ho incontrato il ministro Lorenzin — ha aggiunto Chiamparino — che si è detta del tutto d’accordo con le linee proposte, che peraltro hanno tenuto conto dei principi cardine del decreto che era stato predisposto, e ha condiviso anche l’ipotesi che vi sia un riconoscimento pieno all’interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea) di tutte le tecniche per fecondazione medica assistita». Nel documento di linee guida salta il passaggio relativo alla possibilità del nato di chiedere, compiuti i 25 anni, di conoscere l’identità del donatore, previo il consenso di quest’ultimo. «La donazione — si legge nel documento — deve essere anonima (cioè non deve essere possibile per il donatore risalire alla coppia ricevente e viceversa). I dati clinici del donatore/donatrice potranno essere resi noti al personale sanitario solo in casi straordinari». Il ministro Lorenzin ha sottolineato la «necessaria approvazione di una legge, anche da un punto di vista pratico» ed ha evidenziato l’esigenza di un intervento parlamentare «per normare alcuni elementi, il primo dei quali è quello dello stanziamento dei fondi». «Le regioni hanno dimostrato coraggio e lungimiranza — ha detto Emilia Grazia De Biasi, presidente Pd della commissione Sanità del Senato —. Ora tocca al ministero della Salute fare altrettanto con la definizione di linee guida nazionali».