Corriere della Sera

Sì dei soci, Fiat-Chrysler a metà ottobre

Titoli in rialzo in Borsa, più 1,39%. Sale anche la cassaforte Exor (+3%). Ultima tappa la quotazione al Nyse I recessi restano sotto la soglia limite dei 500 milioni, la fusione va avanti

- Francesca Basso

MILANO — Ora ci sono i numeri: il diritto di recesso legato alla fusione di Fiat-Chrysler in Fca è stato esercitato per un numero di azioni pari a circa 60 milioni e per un controvalo­re di 463,6 milioni di euro. La condizione fissata dal consiglio di amministra­zione del Lingotto per procedere all’operazione era di non oltrepassa­re il tetto di spesa di 500 milioni.

Che la fusione avesse superato l’ultimo ostacolo, il gruppo lo aveva annunciato a fine agosto, quando aveva fatto sapere che i soci che avevano spedito a Torino la domanda di recesso rappresent­avano meno del 5% del capitale. Ieri però sono arrivati i numeri esatti, che sono stati accolti con favore dalla Borsa: il titolo Fiat ha chiuso in rialzo dell’1,39% ed Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha registrato un +3%.

Ora sono previsti alcuni passaggi tecnici. Come prevede la normativa italiana, le azioni oggetto di recesso devono essere offerte in opzione al valore di liquidazio­ne (7,727 euro a titolo) ai soci che hanno deciso di partecipar­e alla nascita di Fiat Chrysler Automobile­s. L’offerta rimarrà aperta dal 5 settembre al 6 ottobre. Nel caso rimanesser­o delle azioni, la società potrà collocarle in Borsa sempre al valore di liquidazio­ne e

Vertici Sergio Marchionne con John Elkann l’offerta dovrà durare almeno un giorno. Eventuali titoli invenduti, passati sei mesi dalla data in cui il diritto di recesso è stato comunicato, saranno acquistati da Fca e annullati. Per quanto riguarda i creditori, che possono chiedere di recedere fino al 4 ottobre, Fiat aveva detto che il processo di opposizion­e non avrebbe impedito «il tempestivo completame­nto della fusione intorno alla metà del mese di ottobre». Il Lingotto ieri ha anche

La classifica Dopo l’alleanza Torino-Detroit, Fca diventa il settimo gruppo automobili­stico mondiale, con 4,7 milioni di auto vendute e l’obiettivo di arrivare a 7 milioni scalando un’altra posizione nella classifica

incrementa­to il prestito obbligazio­nario da 850 milioni di euro con cedola fissa al 4,75% e scadenza luglio 2022, emesso il 15 luglio dalla controllat­a Fiat Finance and Trade.

Quali sono le prossime tappe? Prima cosa ci sarà la fusione del gruppo nella holding olandese Fiat Investment­s Nv e il cambio di nome in Fiat Chrysler Automobile­s, acronimo Fca, che avrà sede legale ad Amsterdam, mentre la sede fiscale sarà a Londra. Poi a metà ottobre, probabilme­nte lunedì 13, ci sarà la quotazione al New York Stock Exchange. Obiettivo, come ha spiegato in più occasioni il presidente di Fiat John Elkann, «dare il giusto rilievo all’importanza delle attività del gruppo sul mercato statuniten­se e rendere più efficienti le attività di finanziame­nto». Quanto a un eventuale rafforzame­nto patrimonia­le, sarà il consiglio di Fca di fine ottobre a valutare il da farsi.

Con la fusione, Fiat Chrysler Automobile­s diventa il settimo gruppo automobili­stico mondiale, con 4,7 milioni di vetture vendute all’anno nel mondo. Però «il traguardo è 7 milioni all’anno, aprendoci la possibilit­à di guadagnare almeno un’altra posizione nella classifica globale dei principali costruttor­i», ha ribadito l’amministra­tore delegato Sergio Marchionne pochi giorni fa al Meeting di Rimini, dove ha ripercorso le tappe che hanno portato Fiat, sull’orlo del fallimento, a scommetter­e su Chrysler che era in bancarotta: un’operazione per la quale «ci siamo giocati tutto — ha detto —: credibilit­à, reputazion­e e io, personalme­nte, anche la carriera». I dati delle vendite di agosto di Chrysler registrano negli Stati Uniti un +20%, il miglior agosto dal 2012, e in Canada il cinquantas­ettesimo consecutiv­o di crescita, certifican­do che il mercato americano dell’auto è tornato in salute.

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