Ariston Thermo fa il bis in Olanda Con Atag più forte in Nord Europa
Per il gruppo guidato da Paolo Merloni è la seconda acquisizione del 2014 dopo il blitz in Sudafrica
Due acquisizioni l’anno scandiscono un ritmo di crescita con investimenti diretti che pochi, anche al di fuori dell’Italia, riescono a sostenere. Dopo aver comprato all’inizio del 2014 un produttore sudafricano di scaldacqua ora l’Ariston Thermo ha fatto shopping in Olanda. L’obiettivo (centrato) è l’Atag Heating, un brand di fascia alta delle caldaie per riscaldamento che vanta una posizione di primo piano nel Benelux e buone quote di mercato nei Paesi limitrofi, Germania inclusa. Racconta Paolo Merloni, presidente del gruppo di Fabriano: « Abbiamo scelto un’azienda molto specializzata, conosciuta per la sua piattaforma tecnologica e così ci rafforziamo nei prodotti ad alta condensazione che rappresentano il futuro standard europeo di efficienza del riscaldamento e delle basse emissioni. Allo stesso tempo completiamo la nostra offerta sui mercati dell’Europa centrale e del Nord». A vendere è stato un fondo di private equity che deteneva il 70% delle azioni mentre il gruppo di manager-azionisti che ha il 30% rimarrà anche sotto bandiera italiana, continuando a gestire operativamente l’azienda. Il vantaggio però è che faranno parte di un gruppo leader mondiale negli scaldacqua e tra i 4-5 player nel riscaldamento degli ambienti.
Atag fattura 53 milioni ma ha un margine operativo (interessante) di 8,4 milioni. Ariston nel 2013 ha raggiunto un fatturato di 1,335 miliardi di euro, conta 6.600 dipendenti ed è presente direttamente in 31 Paesi. A questo punto il gruppo della famiglia Merloni è una multinazionale che pur non avendo la taglia XL delle grandi corporation non si può più chiamare tascabile. Bisognerà aggiornare il lessico economico. Oltre alla presenza sui mercati di tutto il mondo riesce a garantire anche un margine operativo a due cifre ed esporta l’89% del fatturato. Per ragioni storiche e per l’attaccamento di Paolo Merloni e del padre Francesco al territorio il gruppo pur vendendo in Italia solo l’11% continua a produrre in patria il 30% (8 fabbriche su 22). «Nei nostri settori è in atto una concentrazione e quindi dobbiamo sempre avere le antenne dritte e operare per tempo senza perdere punti in tecnologia». Il business termico è complesso, spesso assomiglia a un arcipelago di specializzazioni e bisogna avere la capacità di tenere il campo sia nella fornitura dove conta l’eccellenza tecnica sia nel rétail dove è decisivo il dialogo diretto con il consumatore. Mentre l’Ariston compra e cresce, a Fabriano si è consumato prima dell’estate l’ultimo atto della Indesit di proprietà dell’altro ramo dei Merloni, i figli e i nipoti di Vittorio. «Vendendo agli americani i miei cugini hanno fatto la scelta migliore - dichiara Paolo - Whirlpool oltre ad essere un assoluto leader di mercato è già presente in Italia e a Varese ha dimostrato di saper far bene. L’intesa ha il vantaggio poi di mettere fine alle paure e stabilizzare il territorio. E noi che operiamo nella zona non possiamo che esserne felici».