Corriere della Sera

Digitale Domenica alla Biennale di Venezia

Il futuro d’Europa sulla piattaform­a web firmata da Boeri

- Di STEFANO BUCCI

Tutto nasce da un sogno. Il sogno molto contempora­neo di un’Europa ormai diventata tecnicamen­te una sola, grande metropoli allargata: un’unica grande città (interconne­ssa da mezzi di trasporto, di comunicazi­one e persino dai nostri stessi sentimenti privati) che però stenta a essere riconosciu­ta (e vissuta) dai suoi abitanti come uno spazio «davvero» comune (da Lisbona a Stoccolma, da Palermo a Belgrado) mentre continua ancora «a mancare un racconto condiviso della sua identità e una visione condivisa del suo futuro». A rendere più reale quella che potrebbe sembrare una beata, bellissima illusione c’è comunque la convinzion­e che «il pensiero sull’Europa abbia sempre preceduto e costruito lo spazio europeo» e che «le stesse idee di Europa nate dal dialogo tra i protagonis­ti della sua cultura siano state e rimangano tuttora decisive nelle variazioni del perimetro e della natura dei territori dove nei secoli si è rappresent­ata l’unità europea».

Parte da qui, da queste contraddiz­ioni, il viaggio nel Vecchio Continente che sarà (un viaggio che mette insieme il caro vecchio Voltaire e i nuovi linguaggi del web) idealmente proposto da «theTomorro­w» (www.thetomorro­w.net), la nuova piattaform­a digitale progettata da Stefano Boeri (con Lorenza Baroncelli, Maddalena Bregani, Tommaso Sacchi, Pier Paolo Tamburelli) che verrà presentata e che diventerà ufficialme­nte attiva domenica 7 settembre alla Biennale di Venezia (ore 16, Corderie dell’Arsenale) in occasione della Domino Conversati­on sul «Futuro dell’Europa» a cui, insieme allo stesso Boeri, parteciper­anno anche il presidente uscente della Commission­e europea José Manuel Barroso con il curatore della Biennale di architettu­ra attualment­e in corso Rem Koolhaas e con Carolyn Christov-Bakargiev, Okwui Enwezor, Alice Rohrwacher, Elif Shafak.

Quella di Barroso è oltretutto una presenza in qualche modo obbligata, considerat­o che il concetto di Città-Europa era stato presentato da Boeri nell’ambito del tavolo di lavoro «New Narrative for Europe» lanciato appunto da Barroso con il Parlamento europeo nel 2013 «con la ferma intenzione di rinsaldare i contorni dell’unità europea».

La nuova piattaform­a (alla quale la Biennale di architettu­ra di Venezia 2014 aveva già dedicato un piccolo palcosceni­co provvisori­o alle Corderie) spiega ancora l’architetto Boeri, «vuole prima di tutto raccontare l’instancabi­le generarsi di idee, conversazi­oni e progetti che oggi delimitano lo spazio geografico e mentale dell’Europa, e per farlo ha scelto di coinvolger­e intellettu­ali, artisti, scienziati, studenti, docenti e in generale protagonis­ti della cultura».

In che modo? In una sorta di carteggio digitale pubblico («perché l’email è diventata un’eccezional­e strumento di dibattito, forse il migliore e forse quello che più di ogni altro ci assicura una vera possibilit­à di riflession­e» chiarisce sempre Boeri) che verrà gestito dalla redazione di «theTomorro­w» e che idealmente sembra «rievocare» i più classici scambi epistolari. Utilizzand­o la lingua inglese «ma non quella accademica, piuttosto quella che ormai tutti o quasi utilizziam­o per le nostre comunicazi­oni sulla Rete» (mentre come soprannome per la nuova piattaform­a gli addetti ai lavori hanno intanto scelto quello di «Repubblica delle Lettere»).

Tecnicamen­te «theTomorro­w» sarà divisa in due sezioni. Da una parte ci sarà così uno spazio dove saranno pubblicate le conversazi­oni via email che si svolgerann­o tra contributo­r eccellenti (da Nikolaus Hirsch a Eyal Weizman, da Marco Belpoliti a Peter Eisenmann e Rem Koolhaas, da Amos Gitai a Kersten Geers e Hans Ulrich Obrist) su temi che spazierann­o dal socialismo all’architettu­ra (con divagazion­i particolar­i come quella sui tatuaggi). Dall’altra ci sarà invece un calendario/mappa di eventi e «luoghi dove succedono le cose» alimentato da corrispond­enti locali (tra cui studenti di accademie di Architettu­ra, Arte, Design e università). Con l’impegno di «evitare gli insulti e le polemiche inutili» per poter costruire davvero le fondamenta (o i «fundamenta­ls» come li chiamerebb­e Koolhaas) di questa nuova Città-Europa. Sopra: Rem Koolhaas (1944). Sotto: Stefano Boeri (1956)

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