Corriere della Sera

Scamarcio e Davoli sul set «Strano incrocio di ruoli»

Le scene su «Porno-Teo-Kolossal», progetto incompiuto di Pier Paolo Riccardo nei panni di Ninetto che interpreta Eduardo

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Valerio Cappelli

VENEZIA — «Era tutto preoccupat­o, e a un certo punto gli ho detto, tu non sei Ninetto e io non so’ te, Riccardo Scamarcio, ‘sto splendore», racconta Ninetto Davoli. Strana coppia. Ninetto è sempre rimasto se stesso, con il tempo per lui sono arrivati pure i premi dai festival d’autore, sembra una nuvola, appare con la sua testa bianca e il suo candore da pane fatto in casa, e una nota di frivolezza nei pantaloni rossi. Riccardo Scamarcio è entrato nella sua maturità e consapevol­ezza d’attore, ha una soglia etica importante che lo rende affine alla scomodità intellettu­ale di questo mito moderno, all’epoca in cui la parola coscienza aveva un senso, che Abel Ferrara disvela in modo astratto e realistico.

Nel film su Pasolini, Riccardo interpreta Ninetto con la sua cascata di riccioli, il suo sorriso spalancato sullo stupore del mondo e sulla malizia; per lo scrittore, fu il giovane amico di una vita (lo conobbe che Ninetto aveva 15 anni), quello che lo riportava alle borgate, alla periferia del mondo, al suo sguardo libero e pagano. E Ninetto fa un surreale Eduardo De Filippo cui era destinato un personaggi­o del film PornoTeo-Kolossal che Pasolini non ebbe tempo di girare: un Re Mago che parte per cercare il Messia, va a Sodoma e Gomorra e arriva nella città della tolleranza di omosessual­i e lesbiche che, alla festa della fertilità, si accoppiano per procreare. «L’idea era complicata — dice Riccardo —, ma quando Abel Ferrara chiama mi metto sull’attenti. Ho rivisto un filmato di Bertolucci con Ninetto Davoli che corre e ride con l’innocenza e la purezza di un certo tipo di persone, ma era anche un parac…, un bel furbetto anche nel film. Non ho cercato di imitarlo». «Era tutto preoccupat­o — interviene Ninetto Davoli 1 Ninetto Davoli Nel film, con tanto di riccioli, ha il volto di Riccardo Scamarcio (34 anni) 2 Eduardo De Filippo Ferrara lo ha fatto interpreta­re sul set da Ninetto Davoli (65 anni) —, diceva che non ci dormiva la notte. Gli ho detto basta che sei te stesso, un ragazzo allegro, semplice, e hai raggiunto lo scopo». «Sì — replica Scamarcio —, avevo tanti timori perché un film su Pasolini è difficile, ho pensato subito alla tesi del complotto sull’omicidio, al suo valore politico e umano. Ma l’atmosfera sul set era fedele alla mia idea di Pasolini, anche se abbiamo girato in condizioni non comode, avevamo il minimo indispensa­bile». Insomma Davoli gli ha detto: «Fai un Ninetto inventato da Riccardo. Gli ho mostrato gli abiti di Pier Paolo che ho conservato, e che ho dato a Willem Dafoe». «E poi — ricorda Riccardo rivolgendo­si a lui — mi hai mostrato la collanina che Maria Callas aveva regalato a Pasolini. La usiamo nel film».

Ninetto, Pasolini per un episodio di sesso fu espulso nel 1949 da un Pci prigionier­o di un’Italia codina e moralista; nella sua vita subì 25 tra querele e processi…«Da cui fu sempre assolto». Era in contatto permanente con l’autorità giudiziari­a, ormai è diventato un fatto personale, una vera e propria persecuzio­ne, disse lui. «In fondo non era intaccato da tutto questo, sapeva di essere amato e odiato».

Lo sguardo cade su una foto di Willem Dafoe nei panni di Pasolini, gli occhiali con la montatura nera, quel modo di portare la mano destra alla tempia per radunare i pensieri, la ruga che gli attraversa la guancia, come scolpita nel legno, dove si addensano le sue ossessioni, l’odiata borghesia, i démoni della notte, il Vangelo e il mito greco, il palpitare dei sensi. Ninetto, cosa avrebbe detto di questo film? «Non so se avrebbe messo bocca su un’opera così, il regista non ha realizzato un film intellettu­ale, le ultime 36 ore della sua vita non “abbastavan­o”. Io che ho vissuto la realtà vera, io che conosco la verità…». E si ferma. Lo aiuta il suo alter ego Riccardo a uscire dall’emozione: «Sono sicuro che a Pasolini questo film sarebbe piaciuto».

biciclette di Pechino,

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