Corriere della Sera

«In tv il docufilm sulla mia vita A 89 anni ho l’ansia per gli ascolti»

Lo scrittore domani nello speciale con Teresa Mannino. L’anteprima su «Corriere.it» Raiuno, serata dedicata a Camilleri nel giorno del compleanno

- Emilia Costantini

ROMA — Quella volta che Luigi Pirandello bussò alla sua porta: «Mi sembrava vestito da ammiraglio — racconta Andrea Camilleri — in realtà era addobbato da Accademico d’Italia. Io ero un ragazzino e rimasi molto impression­ato da quel signore che cercava mia nonna Carolina, di cui era cugino. Nessuno in famiglia si aspettava quella visita e in casa scoppiò il caos... Ne fui talmente traumatizz­ato che molti anni dopo, quando iniziai a fare il regista, se mi proponevan­o di mettere in scena opere di Pirandello rispondevo di no».

Domani lo scrittore festeggia i suoi 89 anni in modo speciale: su Raiuno andrà in onda il docufilm «Il maestro senza regole» (sul Corriere on line è già presente l’anteprima) che racconta la sua vita attraverso gli occhi di Teresa Mannino e le testimonia­nze di alcuni suoi ex allievi, da Luca Zingaretti ad Emma Dante, da Luigi Lo Cascio a Fabrizio Gifuni.

«È un riconoscim­ento che mi fa piacere — ammette — ma non so cosa ne penserà il pubblico di Raiuno in prima serata! Sarà la prima volta che chiederò con ansia: che ascolti abbiamo fatto?». Sì, perché il creatore del commissari­o Montalbano, di problemi con l’auditel non ne ha mai avuti: «Non parliamo di Montalbano, mi nesci dalle nasche! Mi esce dal naso con tutte

Insieme Andrea Camilleri (89 anni domani) con l’attrice e conduttric­e comica Teresa Mannino (43). Nel docufilm, in onda su Rai1 domani sera, lo scrittore

siciliano racconta la sua vita anche attraverso le testimonia­nze di alcuni suoi ex allievi, da Luca

Zingaretti a Emma Dante ‘ste repliche».

La produttric­e del documentar­io Gloria Giorgianni, che ha creduto fortemente nel progetto, rivendica la scelta: «Credo sia importante che la rete ammiraglia del servizio pubblico dedichi questi prodotti a personaggi come lui. In prima serata si possono confeziona­re opere di qualità e low budget. E poi su Camilleri c’è tanto da raccontare».

A cominciare da quando fu espulso dal collegio perché aveva lanciato uova contro un crocifisso: «Ero uno scolaro cattivo e i miei mi chiusero in un collegio correziona­le, dove mi infliggeva­no punizioni orrende. Cominciai a studiare tutti i modi possibili per essere cacciato e così mi venne in mente quel gesto sacrilego, di cui mi spaventai io per primo!».

Un cattivo scolaro di successo: «La gavetta è stata lunga ma proficua perché ho lavorato con i più grandi». Per esempio Eduardo De Filippo: «Curai la regia della prima serie di sue commedie in tv e con lui ho avuto un rapporto di straordina­ria amicizia. Mi divertivan­o le sue battute micidiali, a volte feroci contro il fratello Peppino».

Scrittore di successo e molto fecondo. E il suo rapporto con la critica? «Non esiste un rapporto. Ci sono due o tre critici che mi stimano e recensisco­no i miei libri, gli altri mi ignorano. In Italia, uno scrittore che vende non è un buono scrittore, ma solo uno scribacchi­no da passatempo». Non ha mai aspirato al premio Strega? «Una volta ho concorso con Il birraio di Preston: ebbi 4 voti, non ho più partecipat­o. Ma ho avuto il Campiello alla carriera, e tanto basta».

Archiviato, per ora, Montalbano, pubblica un nuovo romanzo. « La relazione, la storia di un ispettore finanziari­o che deve fare i conti con una banca molto corrotta». È l’Italia di oggi? «Mi sono impegnato politicame­nte per tentare di cambiarla, ma la vedo molto male. Si parla di lotta alla corruzione e, nel momento in cui si avvia la riforma della giustizia, ha ancora voce in capitolo un signore condannato in via definitiva, ma ricevuto nelle stanze del potere. La foto dell’Italia di oggi? Quella di quel paese calabro dove si fa inchinare la Madonna in procession­e davanti alla casa di un boss della ‘ndrangheta».

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