Corriere della Sera

Il segno di Conte

Parte bene l’avventura del nuovo c.t.: a Bari, davanti a 50 mila spettatori, gli azzurri battono 2-0 l’Olanda terza all’ultimo Mondiale Immobile dopo 3 minuti, De Rossi dopo 10 La Nazionale comincia a cancellare il Brasile

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

BARI — Sarebbe stato meglio giocare (e vincere) con l’Olanda il 5 luglio a Salvador, nell’ultimo quarto di finale del Mondiale, ma due mesi fa al posto degli azzurri c’era la Costa Rica. Ma il calcio offre sempre una opportunit­à per ripartire, guardando al futuro senza pensare troppo al passato e allora ecco sbocciare contro gli olandesi la nuova Italia di Antonio Conte. Felice e vincente davanti a 48.000 paganti nell’astronave del San Nicola di Bari. Erano sedici anni che un c.t. azzurro non riusciva a conquistar­e un successo all’esordio sulla panchina della Nazionale. L’ultimo era stato Dino Zoff, contro il Galles, poi disco rosso per Trapattoni, Lippi 1 e 2, Donadoni e Prandelli. Era dal 31 maggio 2013 che gli azzurri non vincevano in amichevole (contro San Marino a Bologna).

Invece Conte ha avuto tutto e subito, forse persino troppo in fretta, perché forse al c.t. sarebbe servita una partita più tirata come test prima di cominciare le qualificaz­ioni all’Europeo. L’Italia è partita fortissimo e dopo dieci minuti si è trovata già in vantaggio di due gol. Prima rete dopo 2’45”: lancio lungo di Bo- nucci, Martins Indi sorpreso, come tutta la linea oranje, niente fuorigioco, dribbling di Ciro Immobile su Cilessen e vantaggio azzurro. L’azione è stata riproposta quasi in fotocopia all’8’: ancora un lancio lungo di De Rossi, scatto di Zaza, Martins Indi sempre in ritardo e costretto al fallo in area: rigore ed espulsione, con De Rossi che ha firmato il suo 16° gol in azzurro.

Pur contro un avversario che non era quello del terzo posto al Mondiale (molti assenti, tanti giovani, atteggiame­nto vacanziero, subito un uomo in meno) si è visto nel primo tempo che cosa significa avere in panchina un c.t. come Conte. La Nazionale ha messo in campo organizzaz­ione, concentraz­ione, forza fisica, intensità, velocità, gioco verticale e con un pressing implacabil­e ha spento qualsiasi idea degli olandesi. Una squadra forte di gambe e di testa, con idee chiare, dove tutti sapevano che cosa fare. La qualità migliore è stata quella di riuscire a trasformar­e i palloni recuperati in azioni offensive rilevanti: Zaza prima (Cilessen in angolo) e Immobile poi (pallone fuori di poco) sono andati vicinissim­i al 3-0. L’asse Bonucci-De Rossi ha fatto la differenza, ma sono state fondamenta­li le accelerazi­oni di Darmian (preferito a Candreva) e De Sciglio sulle corsie esterne e quelle di Giaccherin­i (scelto al posto di Parolo) e Marchisio in mezzo al campo, mentre Immobile e Zaza hanno avuto la possibilit­à di muoversi nei grandi spazi lasciati dalla scombinata difesa olandese e non si sono mai risparmiat­i. Non è cambiato nemmeno nella ripresa l’atteggiame­nto degli azzurri, che hanno continuano a fare gioco, dopo aver rischiato di prendere un gol da Van Persie, su errore di Ranocchia (5’, conclusion­e a lato) e che con un pressing aggressivo e organizzat­o hanno costretto gli olandesi a

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24 anni, firma il gol del vantaggio dopo soli 3’ (Ansa)
Il vantaggio Ciro Immobile, 24 anni, firma il gol del vantaggio dopo soli 3’ (Ansa)

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