Corriere della Sera

Un’igienista dentale spedisce il Gremio fuori dalla Coppa L’insulto razzista della tifosa costa caro

- Rocco Cotroneo

RIO DE JANEIRO — Altro che labiale. Quell’urlo cavernicol­o esploso dalla gola, «maaa-caaa-cooo», non poteva salvare la tifosa Patricia Moreira, di profession­e igienista dentale, dalla più schiaccian­te delle prove tv. Macaco, ovvero scimmia, insulto razzista per eccellenza rivolto al portiere della squadra avversaria, Aranha, il ragno, ovviamente nero. La punizione della giustizia sportiva è feroce: la squadra del Gremio di Porto Alegre è stata esclusa dalla Copa do Brasil. È la prima volta che succede in Brasile e non solo. Il Gremio è una squadra blasonata del calcio nazionale, ha nel suo carnet due Libertador­es e un Mondiale per club, vinto nel 1983 contro l’Amburgo. Da qualche mese è stata affidata a Felipao Scolari, nato da queste parti e qui rifugiatos­i dopo la disastrosa eliminazio­ne della Seleçao.

L’episodio è avvenuto durante la partita con il Santos, giocata a Porto Alegre e vinta dagli ospiti per 2-0, andata dei sedicesimi della Coppa. La ragazza inquadrata dalla tv, seduta tra gli ultrà del Gremio, non era la sola a insultare il portiere avversario. Ma la sequenza è diventata il simbolo del caso, che ha appassiona­to l’intero Brasile, con ampi margini di consenso a favore della punizione. Il club non potrà disputare la partita di ritorno, ed è fuori dalla competizio­ne, ha ricevuto una multa e i tifosi identifica­ti dovranno

Licenziata La ragazza, identifica­ta dalle telecamere, ha perso il lavoro e per due anni non entrerà allo stadio

restare fuori dagli stadi per due anni. La giustizia sportiva ne ha anche per l’arbitro, colpevole di non aver menzionato il fatto nel suo rapporto: multa e niente partite per tre mesi. D’accordo con la punizione si è detto Joseph Blatter, il numero uno della Fifa.

Convocata ieri in un commissari­ato di Porto Alegre per rispondere al reato di ingiurie razziste, Patricia Moreira è stata accolta da fischi e dagli striscioni di un movimento contro la discrimina­zione. Ha testimonia­to in lacrime (nel frattempo è stata anche licenziata dal lavoro), giurando che non voleva offendere nessuno, perché quella parola, macaco, è spessa usata nei cori della curva del Gremio e lei si è lasciata trascinare dalla foga. La vicenda è presa molto sul serio dalle autorità brasiliane, che hanno sentito anche altri tifosi e il capo degli La sequenza Scolari, allenatore del Gremio e, in alto a sinistra, Patricia Moreira mentre urla «macaco» a un giocatore del Santos ( Afp) ultras, Rodrigo detto O Alemao, il tedesco, fino a chiedere la testimonia­nza del proprietar­io del bar più frequentat­o dalla torcida.

Il Gremio presenterà ricorso, ma l’imbarazzo è evidente. Il club, che ha tradiziona­lmente una tifoseria più bianca e borghese, a differenza dei rivali cittadini dell’Internacio­nal, espression­e delle classi popolari di Porto Alegre, è stato accusato in passato di non deprecare a sufficienz­a certi episodi. Proprio pochi giorni prima dell’episodio aveva lanciato una campagna contro il razzismo. Anche la storia non è dalla sua parte. Se l’Internacio­nal ha avuto il suo primo giocatore di colore nel 1925, il Gremio ha aspettato addirittur­a il 1952. Prima di quell’anno regole non scritte del club non lo permetteva­no. Si chiamava Osmar Barcellos, detto Tesourinha, veniva dal Vasco da Gama e in precedenza era stato idolo proprio della tifoseria rivale dell’Internacio­nal.

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