Corriere della Sera

Pista e spifferi, i giorni della Ferrari Altre voci di cambiament­i, fissato per giovedì un cda straordina­rio

- Arianna Ravelli

MONZA — È un po’ tutto alla rovescia in questa stramba e complicata stagione rossa: l’arrivo a Monza, sul circuito di casa, lungi dal fornire un senso di protezione, sembra esporre la Ferrari, attraversa­ta com’è da spifferi di ogni tipo, a intemperie peggiori del solito. Perché una sberla presa qui, sportiva o mediatica che sia, fa comunque più male.

La pista, intanto: il «tempio della velocità» può diventare un inferno per chi manca in velocità di punta. «Sulla carta, è una delle più dure per noi, perché conta il motore», come sostiene Fernando Alonso, che però da queste parti è abituato a farsi riscaldare il cuore dall’abbraccio dei tifosi sotto al podio: «È il più bello di tutto il campionato, sta sospeso in aria sul rettilineo e sotto c’è la marea di tifosi. Un’emozione unica, che negli ultimi quattro anni ho avuto il privilegio di vivere. Sarebbe bellissimo tornarci, ma ora è più difficile. Eppure nelle ultime gare, in Ungheria e anche a Spa, abbiamo visto qualche segnale di migliorame­nto » . Kimi

Campione Fernando Alonso, 33 anni, saluta i tifosi Ferrari a Monza. Lo spagnolo è quarto nella classifica piloti con 121 punti (Colombo)

Nico ROSBERG (Ger) Mercedes

Daniel RICCIARDO (Aus) Red Bull

Valtteri BOTTAS (Fin) Williams

Fernando ALONSO (Spa) Ferrari

Felipe MASSA (Bra) Williams

Sebastian VETTEL (Ger) Red Bull

Kimi RAIKKONEN (Fin) Ferrari

Jenson BUTTON (Gbr) McLaren Raikkonen, redivivo in Belgio, concorda: «Speriamo di sbagliarci, ma crediamo che sarà un weekend difficile per noi, la mancanza di velocità ci penalizza più in gara che sul giro secco».

Una squadra così, con un ritardo di 1”5 sulla Mercedes, per la quale il team principal Marco Mattiacci ha studiato un piano triennale di sviluppo, avrebbe, quanto meno, bisogno di serenità. Invece sembra ancora in pieno processo di ristruttur­azione e di riassestam­ento.o. Sempre Semda che non sia travolta da una rivoluzion­e. La Ferrari arriva, infatti, a Monza anticipata­ata dalle voci, sempre più insistenti,enti, del prossimo addio del suoo presidente, presizemol­o, Luca di Montezemol­o, che solo la conferma quattro mesi della fa carica ha ottenuto ottearica per altri a tre (ma Maranello anni, senza e che annunci ci sarà sarà qui da un fare). fagioveà domani doda Tra una settimana, giovedì, consiglio d’amministra­zione zione straordina­rio ed è possibile ibile che la situazione diventii un po’ più chiara. Ma fino a ottobre otcada) nulla dovrebbe accadel dere. Almeno, Alonso ha un’altra questione su cui esercitare la sua diplomazia, oltre quella – che comunque non è risolta – sul suo contratto: «Non so, ho sentito solo rumors, non ho sentito nulla da Montezemol­o: se un giorno accadrà che deve andarsene, parleremo. In questi cinque anni ho avuto sempre lui come presidente, come mano destra».

Nel senso della vicinanza, perché è chiaro che il presidente non può essere la mano destra pilota. Tra lo spagnolo e la Ferrari la trattativa continua: l’intenzione di Alonso è di restare, ma sulle cifre si discute ancora. «La mia situazione personale non è una priorità, la priorità è fare punti». E quindi si torna alla pista. L’esatta fotografia del triste momento lo dà proprio quel giornalist­a che chiede ad Alonso (uno che ha come icona di riferiment­o il samurai, che cita massime sulla guerra e che nel 2007, proprio con Hamilton, ha dato vita a una lotta fratricida)otcada) se puòp essere lui «l’ambasciato­resciatore di pace» tra i duellanti d’argentod’argen Rosberg e Hamilton seduti ala suo fianco. «No, non lo sono propriopr ». Se quei due litigano,gano, magarim un podio ci scappa anche qui.q Ambasciato­r non porta pace,p ma in questo caso porta pepena: insulto peggiore, ad Alonso, non potevano fare, perchéché è comeco ricordargl­i che è uno spettatore­spettato nella lotta per il titolo.lo. «In fondo questi due hanno un bel problema», sospira. Lui e la FFerrari ne hanno senz’altrotro did peggiori.

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