Corriere della Sera

«A messa tutte le mattine» La richiesta di Lady Matacena

La donna è ai domiciliar­i per aver favorito la latitanza del marito No del gip: esigenze cautelari a rischio. Lei protesta

- Fabrizio Caccia © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA — «Santo Padre, mi aiuti Lei...». Altro che yacht a Montecarlo e gite in Ferrari, Chiara Rizzo Matacena ha passato l’estate a nasconders­i dai paparazzi, a decine in agguato intorno alla villa della cugina Daniela, sulla collina di Castanea delle Furie, dove lei si trovava agli arresti domiciliar­i. Una villa con piscina, ma Lady Champagne non si è fatta neppure un tuffo, nemmeno un bagno di sole, giura, per evitare di finire — come prima avveniva — su tutte le copertine delle riviste di gossip. Decisament­e, la biondissim­a Chiara — ormai detenuta da 4 mesi — sembra aver cambiato vita e col suo amico avvocato, Bonaventur­a Candido, oggi stesso manderà questa lettera al Papa: «Santo Padre, mi aiuti Lei...». Lettera di protesta, dopo che il gip di Reggio Calabria, Olga Tarzia, le ha negato l’unica ora d’aria che chiedeva, il permesso cioè di potersi recare ogni mattina alle 8 ad ascoltare la messa dei preti congolesi, padre George e padre Edoardo, nella chiesa di Santa Maria del Carmine, centro di Messina, a 500 metri da casa sua, o meglio la casa di sua madre Giulia, dove da 20 giorni Chiara Rizzo si è trasferita — sempre ai domiciliar­i — dopo aver lasciato la villa della cugina.

«Il mio percorso di fede è iniziato a maggio nel carcere reggino di Arghillà — racconta Lady Champagne, attraverso le parole del suo amico legale —. Prima ero una semplice credente, ma in prigione sono cambiata e lo spiegherò ai tanti, tantissimi, che mi hanno scritto in questi

L’istanza attraverso la qualel il legalel di Chiara Rizzo chiedeva l’autorizzaz­ione per consentire alla donna di partecipar­e tutte le mattine alla messa mesi. Lettere di ammiratori, amici, gente che mi ha proposto perfino di fare cinema, television­e, di scrivere un libro. Pian piano risponderò a tutti, lo prometto. Ma la mia unica, semplice verità è che in cella mi sono ancor più avvicinata a Dio. In carcere ogni mattina andavo a messa, perciò non capisco ora tutte queste difficoltà. Chiedevo solo un’oretta di libertà...».

Una richiesta «in contrasto con le esigenze cautelari», ha sentenziat­o invece il gip, che le ha negato pure di andare (senza carabinier­i) nello studio del suo avvocato a studiare le carte. Preoccupat­o, il giudice, che l’affascinan­te signora Matacena possa sfruttare anche queste all’apparenza innocue occasioni per tornare a tessere la sua fitta rete di relazioni e amicizie influenti, come fece già con l’ex ministro Claudio Scajola e l’imprendito­re Francesco Bellavista Caltagiron­e. «Decisione però ingiusta — commenta il suo legale —. Ricordo che il diritto di culto è sancito dalla nostra Costituzio­ne e solo eccezional­mente può essere compresso o negato. Ma questo di Chiara non mi sembra il caso. L’inchiesta è chiusa, il 22 ottobre comincerà il processo a Reggio Calabria, non vedo quali prove lei potrebbe inquinare...».

Chiara Rizzo è accusata di aver aiutato il marito, l’ex parlamenta­re di Forza Italia Amedeo Matacena jr, a sottrarsi alla giutrova stizia italiana (con l’interessam­ento dello stesso Scajola) e di aver tentato di schermare l’ingente patrimonio di famiglia (oltre 50 milioni di euro) per sfuggire a confische e sequestri. «Ma il patrimonio è interament­e sequestrat­o — obietta l’avvocato Bonaventur­a Candido — e il marito (condannato in via definitiva per concorso esterno in associazio­ne mafiosa, ndr) si oggi a Dubai da libero cittadino, avendo gli Emirati Arabi rigettato la richiesta italiana d’estradizio­ne...». Anzi, si corregge il legale, «l’ex marito, perché il 29 ottobre, a Montecarlo, si terrà l’udienza per il divorzio tra i due». Chiara Rizzo ex Matacena, dunque, sembra decisa ad andare per la sua strada: «Lo champagne non mi è mai piaciuto in verità e in questi mesi ho imparato ad apprezzare tante piccole cose, dal corso di chitarra a quello di cucito. Insieme alle altre detenute ho fabbricato bandierine tricolori per i bambini di Reggio e Messina. Già, i bambini. Adesso mi mancano soprattutt­o i miei figli, Athos e Francesca. Non vedo l’ora di tornare da loro». A Montecarlo? «Sì, Chiara tornerà a Montecarlo», scommette il legale.

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Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, è finita agli arresti con l’accusa
di aver favorito la latitanza del marito, ex deputato di FI, dopo
la condanna per concorso esterno in associazio­ne mafiosa
Agli arresti Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, è finita agli arresti con l’accusa di aver favorito la latitanza del marito, ex deputato di FI, dopo la condanna per concorso esterno in associazio­ne mafiosa
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Il documento

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