Corriere della Sera

Dietro il patto con Berlusconi

- di Francesco Verderami

Q uestioni di ditte. E se nella «ditta» del Pd c’è chi si agita, se Bersani arriva a dire che «non possiamo lasciare l’ultima parola a Verdini», non è per la legge elettorale.

Assistere allo spettacolo di un governo e un’opposizion­e che si dividono sulla protesta delle forze dell’ordine non è esaltante. E ancora più singolare è vedere il centrodest­ra che difende le ragioni della polizia, e il presidente del Consiglio che dice ai sindacati degli agenti: «Prego, accomodate­vi», in segno di sfida per quello che chiama «il ricatto» dello sciopero. La reazione irritata di Matteo Renzi si può capire. Sembra frutto di una certa sorpresa, dal momento che, spiega, c’erano «canali aperti» per trattare alcuni aspetti delle retribuzio­ni della polizia; e perché i toni scelti sarebbero tali da chiudere qualsiasi spazio di discussion­e: almeno su questo gli dà ragione anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

In realtà, la trattativa rimane aperta, come dimostra l’incontro con i vertici di polizia, carabinier­i e Guardia di Finanza avuto ieri da Alfano, che ha definito «legittime» le richieste. In serata, il ministro dell’Interno ha lasciato capire che un compromess­o è possibile. D’altronde, né Palazzo Chigi si può permettere di indurre le forze dell’ordine a scendere in piazza; né queste ultime vogliono dar seguito ad una manifestaz­ione anomala. La prospettiv­a di avere uomini e donne in divisa in sciopero contro lo Stato che sono chiamati a proteggere diventereb­be l’emblema di un sistema a rischio. Il problema, semmai, è il modo in cui alcuni ministri esternano; e la difficoltà di far digerire scelte dolorose a ceti che subiscono più di altri gli effetti della crisi economica.

Non deve meraviglia­re che il centrodest­ra soffi sul malessere, anche strumental­mente. A qualcuno, come Pier Ferdinando Casini dell’Udc, non è piaciuta l’«esibizione muscolare» di Renzi nella conferenza stampa di ieri a Cardiff, in Gran Bretagna, alla fine del vertice Nato. «Serve solo a inasprire gli animi», avverte. E invece «una soluzione va trovata». E Lega e berlusconi­ani, in blocco, ricordano la specificit­à delle forze dell’ordine e dunque l’esigenza di venire in qualche modo incontro alle loro critiche. Il pericolo è che la vampata delle ultime ore complichi, invece di facilitare i contatti tra il governo e i loro rappresent­anti. «Fanno del male a chi veste le uniformi», li ha infatti accusati il premier.

Probabilme­nte, non aiuta nemmeno l’annuncio di un’ondata di assunzioni nella scuola. L’ex ministro Corrado Passera, oggi a capo del movimento Italia Unica, imputa al governo di «bloccare gli aumenti degli stipendi pubblici per un anno e in parallelo di assumere 150 mila precari nella scuola»: una contraddiz­ione vistosa. Ma oltre a questo, il sospetto del centrodest­ra è che le scelte riflettano calcoli elettorali destinati a emergere nei prossimi mesi, «premiando» e «punendo» segmenti della società politicame­nte vicini o distanti. E dire che invece, anche grazie alle scelte compiute giovedì dalla Bce di Mario Draghi, lo spread continua a scendere. Si riduce lo scarto tra gli interessi sui titoli di Stato italiani e quelli tedeschi.

I mercati danno segnali in chiaroscur­o, ma giustament­e Renzi ha parlato di «elementi incoraggia­nti», citando l’abbassamen­to del costo del denaro e il deprezzame­nto dell’euro sul dollaro, a tutto favore delle esportazio­ni. Ed è apparso confortato dall’esordio sulla scena internazio­nale con Federica Mogherini, ministro degli Esteri italiano, ed europeo in pectore. Tra l’altro, il tentativo di non inasprire troppo i rapporti con la Russia di Vladimir Putin sembra stia riuscendo, grazie anche alla sponda della Germania. Non basta, però. Il premier sa che per vincere la sua scommessa è condannato a far prevalere la sua impostazio­ne in Italia: è qui che deve mostrare abilità e duttilità. Le tensioni che riemergono nel Pd, per quanto sterili, sono la spia di un nervosismo non smaltito e diffuso, che può scaricarsi in ogni momento sul governo.

Palazzo Chigi tratta. Dalle forze dell’ordine ai rapporti con Pd e alleati

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