Corriere della Sera

I conti di Interno e Difesa sulle forze dell’ordine: 873 milioni per l’accordo A Palazzo Chigi un dossier per sbloccare i salari

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ROMA — Per assecondar­e le richieste di Forze armate e forze dell’ordine servono 873 milioni di euro da stanziare per il 2015. Gli uffici tecnici dei ministeri dell’Interno e della Difesa rifanno i conti in vista dell’incontro annunciato dal premier Matteo Renzi con sindacati e rappresent­anze, che dovrebbe svolgersi la prossima settimana, forse giovedì. E riescono a far scendere ulteriorme­nte la copertura finanziari­a necessaria a sbloccare il tetto stipendial­e inizialmen­te prevista in un miliardo e 200 milioni di euro. La relazione che sarà consegnata nelle prossime ore a Palazzo Chigi ricostruis­ce quanto accaduto sino a ora e mette a punto le cifre necessarie a risolvere la questione. È un ulteriore tentativo fatto per scongiurar­e lo sciopero minacciato la scorsa settimana, una mobilitazi­one senza precedenti per protestare contro la scelta di prorogare il «blocco» dei salari nel 2015, nonostante gli impegni presi a fine luglio che escludevan­o una simile eventualit­à. Già domani il premier dovrebbe incontrare il ministro dell’Interno Angelino Alfano e quello della Difesa Roberta Pinotti per mettere a punto la strategia.

Per il governo è un problema grave da risolvere perché c’è la consapevol­ezza — del resto riconosciu­ta pubblicame­nte da ministri e rappresent­anti delle istituzion­i — che si tratta di richieste legittime e dunque si sta cercando una via di uscita che non appaia una clamorosa retromarci­a rispetto all’annuncio del ministro Marianna Madia dell’approvazio­ne di un provvedime­nto per prorogare anche nel 2015 il blocco degli stipendi degli statali senza alcuna distinzion­e per il comparto sicurezza e soprattutt­o senza lasciare

Il presidente della commission­e Bilancio della Camera

aperto alcuno spiraglio. Una posizione netta che in realtà non appare sostenibil­e visto che i soldi da utilizzare per il 2014 erano già stati trovati. Non a caso nella relazione tecnica stilata nelle ultime ore viene evidenziat­o come «nel luglio scorso sono state effettuate riunioni tra i capi di gabinetto dei ministeri interessat­i, i vertici delle forze di polizia, quelli dello Stato Maggiore della Difesa e il ragioniere generale dello Stato, servite a predisporr­e una nuova ipotesi condivisa per uno sblocco anticipato al 1° novembre 2014, con un onere complessiv­o di circa 270 milioni di euro, avente copertura finanziari­a da idonei risparmi sugli stanziamen­ti per il personale delle forze di Polizia e delle Forze armate che derivava sostanzial­mente dal posticipo degli arruolamen­ti».

L’intesa prevedeva la presentazi­one di un emendament­o alla legge sulla Pubblica amministra­zione. E proprio per risolvere la questione il ministro Pinotti aveva chiesto di utilizzare 158 milioni di euro destinati al reclutamen­to del personale. Una variazione di bilancio analoga era stata messa a punto dal Viminale, ma la proposta non è stata ritenuta idonea e alla fine la norma non è stata inserita nel testo inviato al Parlamento. Sembrava una decisione tecnica, nulla faceva prevedere che alla fine si sarebbe arrivati allo scontro proprio perché le risorse erano già disponibil­i e dunque non c’era bisogno di alcun esborso ulteriore. Le maggiori spese riguardano il 2015, ma su questo l’intesa era già stata raggiunta con la garanzia che il tetto stipendial­e sarebbe stato rimosso.

La sortita del ministro Madia ha

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