Ipotesi Arpe per il rilancio dell’«unità» L’addio di Fago
ROMA — Matteo Fago ha gettato la spugna sull’Unità. Lui, l’azionista principale del quotidiano che fu di Antonio Gramsci e che dal primo agosto ha cessato le pubblicazioni, venerdì scorso ha mandato una lettera della sua Editoriale 90 dicendo che ritirava l’offerta per rilevare l’Unità, ovvero per pagare i debiti del giornale e per poterlo quindi far tornare in edicola. Servono almeno 10 milioni per arrivare a un cosiddetto concordato «in bonis» necessario per cancellare i 30 milioni di debiti accumulati dall’Unità. Prima di cessare le pubblicazioni il quotidiano perdeva 800900 mila euro al mese. Ma le offerte per rilevare il giornale non mancano. Dice infatti Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd: «Vedo spiragli più che positivi perché il mondo dell’economia e dell’editoria hanno dato manifestazioni di interesse». Fra le più concrete sembra esserci l’offerta del banchiere Matteo Arpe in una cordata con il quotidiano online Lettera 43 di Paolo Madron, attraverso la società news3. L’offerta sarebbe già pronta, sostanziata in un piano industriale della durata di tre anni e in un piano editoriale. Tra le prime dichiarazioni d’intento ci sarebbe quella di voler rinunciare ai finanziamenti pubblici. La caratteristica dell’offerta di Arpe è anche pionieristica in Europa: un giornale online che acquista un giornale di carta e di fatto se ne mette a capo, invertendo le priorità. Un altro punto caratterizzante è l’indipendenza del giornale dal partito (il Pd) pur mantenendo sempre un’esplicita vocazione di giornale di sinistra. C’è ancora un po’ di tempo per poter valutare le proposte, visto che il giudice per il concordato non è stato ancora nominato e la nomina ci sarà dal 16 settembre in poi. Intanto molti dei giornalisti (un’ottantina in tutto) in questi giorni stanno lavorando sul sito web dell’Unità, gratuitamente e in maniera volontaria, che è stato riattivato dal 30 agosto. E tutti sperano che oggi il premier Matteo Renzi, in chiusura della Festa dell’Unità a Bologna, dica qualcosa di importante sul futuro del loro giornale.
La strategia «Fanno il mio nome come candidato in Puglia solo per prendere inutilmente tempo»
tempo. È un modo per prendere inutilmente tempo».
Nulla di personale con Gasparri, che pure aveva dato conto nelle sue dichiarazioni del niet dell’europarlamentare al possibile ritorno in Puglia. Ma ieri, dopo aver gelato i misteriosi autori dei rumors che lo danno già con biglietto di ritorno Bruxelles-Bari, Fitto — dopo un’estate all’insegna dell’autoconsegna del silenzio — è tornato all’attacco. A favore delle primarie. E contro «l’intelligenza» forzista col nemico Renzi. Insomma, contro la «linea» di Silvio Berlusconi e dei berlusconiani ortodossi.
Quando prende la parola nella tavola rotonda sul futuro del