Il ritorno di Fitto scuote Forza Italia: opposizione debole, primarie subito
ROMA — Tanto per capire la temperatura del fuoco che cova sotto la cenere, dentro Forza Italia. Ieri, a margine della kermesse dei giovani azzurri «Everest» che sta andando in scena a Giovinazzo, in Puglia, chiedono a Maurizio Gasparri — che insieme ad Annagrazia Calabria è uno degli organizzatori dell’evento — che cosa pensi delle voci che danno Raffaele Fitto come possibile candidato alle prossime Regionali. «Fitto è una persona talmente importante che sarebbe un ottimo candidato, scandisce generoso il vicepresidente del Senato. Ma quando questa stessa domanda viene rivolta al diretto interessato, e cioè a Fitto stesso, la risposta è improntata al gelo. «Fanno il mio nome per prendere centrodestra, Fitto evita giri di parole, sfugge gli eufemismi e va dritto al punto. «Il tema è se mettiamo o no in campo un meccanismo per capire chi siamo come centrodestra». Perché, «se non mettiamo in campo l’opposizione a un governo che ringhia ma non morde», allora «intraprendiamo un percorso difficile».
E non è che l’inizio. «Se gli atti che il governo produce sono opposti alla nostra area di riferimento,
Il leader Stamattina è attesa la reazione dell’ex premier, che telefonerà a un meeting dei giovani azzurri
Oggi via alla Summer School
abbiamo un problema di identità politica o no?», insiste l’europarlamentare. E sì, rimarca, «dobbiamo confrontarci democraticamente» e «affrontare una crisi identitaria che abbiamo al nostro interno». Tutti messaggi diretti ad Arcore. Come quando Fitto sottolinea che «non voler vedere questi problemi è un errore grande», come dimostra il fatto che «dal 2008 abbiamo perso due milioni di voti».
Vuole le primarie, Fitto. E poco gli importa che Berlusconi le stia per aggirare, che Giovanni Toti le abbia derubricate e anche che a Villa San Martino stia per insediarsi una «troika» che vaglierà i candidati per le prossime regionali. «Toti aveva firmato con me a luglio ai banchetti fuori Montecitorio per dare il via libera alla consultazione», ricorda l’europarlamentare. «La mia posizione è continuare su quella strada. Se invece l’alternativa alle primarie è quella di riunioni nazionali tra pochi, ecco, mi sembra un’alternativa sbagliata».
Per capire se dentro Forza Italia si riaprirà quel confronto che l’estate aveva sopito, per capire se la cenere sarà definitivamente spazzata, toccherà aspettare questa mattina. Quando, alle 11, Berlusconi alzerà il telefono e telefonerà ai giovani riuniti a Giovinazzo. Non si può escludere nulla. Nemmeno che tatticamente l’ex Cavaliere scelga la strada di attaccare l’esecutivo, soprattutto sul dossier del blocco degli stipendi al pubblico impiego. Confermando il dialogo sulle riforme, che invece rimane. Come rimane l’incipit di questo settembre che, anche per Forza Italia, si annuncia come decisamente caldo.