Corriere della Sera

Alta Savoia, 200 agenti e due anni dopo Per i francesi (forse) il delitto perfetto La vicenda

Ma una chiave potrebbe esserci: cosa ricorderan­no le bambine di 6 e 9 anni? Quattro piste, sforzi enormi, nessun risultato: la resa del pm

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

PARIGI — Massacro di Chevaline, due anni dopo. Centinaia di agenti al lavoro in Francia e in Gran Bretagna, ogni pista valutata e seguita, tre persone arrestate nel corso delle lunghe indagini ma subito rilasciate, e un procurator­e, Eric Maillaud, a capo dell’inchiesta, che ormai cede allo sconforto: «Abbiamo raccolto una quantità gigantesca di indizi su automobili, munizioni, documenti, testimonia­nze, e ancora non è possibile formulare un’ipotesi più forte delle altre. In questi due anni ogni novità ha finito per complicare il mistero, invece di farci capire qualcosa di più. Ci vorrebbe una svolta vera, un colpo di fortuna, un testimone o una prova decisiva saltata fuori all’improvviso. Altrimenti dovremo rassegnarc­i, forse è stato un delitto perfetto».

La strage del 5 settembre 2012 sul lago di Annecy, in Alta Savoia, è uno dei fatti di cronaca più spaventosi degli ultimi anni.

Intorno alle 15 di quel giorno, un pensionato inglese (ex pilota della Raf) che stava facendo la sua passeggiat­a quotidiana in bicicletta nella foresta ha visto questa scena: una bambina di sette anni, Zainab Al-Hilli, ferita alla testa, sanguinant­e, che traballa e poi crolla a terra accanto a un’auto ferma, con il motore acceso, una Bmw familiare. Vicino

Il luogo del massacro La Bmw familiare crivellata di colpi a Chevaline il 5 settembre 2012 con a bordo una famiglia anglo-irachena alla bambina il cadavere dell’uomo che poco prima aveva superato il pensionato in mountain bike, ossia Sylvain Mollier, 45 anni, abitante nella zona, ucciso con sette colpi. Dentro l’auto, altri tre corpi senza vita, con due pallottole in testa ciascuno: Saad Al-Hilli, il padre cinquanten­ne, ingegnere anglo-iracheno; sua moglie Iqbal, 47 anni,

Un colpo di fortuna «In questi due anni ogni novità ha complicato il mistero. Ci vorrebbe un colpo di fortuna» Strane coincidenz­e A luglio si è scoperto che il marito segreto di una vittima è morto negli Usa lo stesso giorno

dentista irachena con passaporto svedese; la madre di lei Suhaila al-Hallaf, 74 anni, venuta dalla Svezia per passare le vacanze in campeggio con la famiglia. Otto ore dopo i gendarmi ritroveran­no, pietrifica­ta dalla paura ma indenne, Zeena, quattro anni, che è riuscita a salvarsi nascondend­osi sotto il cadavere della mamma nei sedili posteriori

Massacro nella foresta nel settembre 2012

Il 5 settembre 2012 a Chevaline, Alta Savoia, vengono uccisi con vari proiettili alla testa il britannico di origine irachena Saad Al-Hilli, la moglie Iqbal e la suocera, su una Bmw

Salve le due bambine della coppia di turisti

La figlia maggiore della coppia di turisti angloirach­eni, Zainab, 7 anni, resta gravemente ferita. Resta indenne la più piccola, Zeena, che si era nascosta sotto il cadavere della madre

L’ipotesi del ciclista come vero bersaglio

Nella strage resta ucciso anche un ciclista che passava di lì: Sylvain Mollier. Due settimane dopo, spunta l’ipotesi che potesse essere lui, separato e neopapà (con una nuova compagnia) il bersaglio principale

Il marito segreto morto in America

A luglio è emerso che nel giorno del massacro è morto in Mississipp­i il marito segreto di Iqbal. Ma invano gli investigat­ori francesi e inglesi cercano da due anni autore e movente della strage dell’auto. In questi due anni gli investigat­ori sono a mano a mano diminuiti, dai 200 iniziali si è passati oggi a 40 che presto diventeran­no 20 perché — come è evidente dalle parole del procurator­e — ci si affida ormai alla fortuna, più che ai progressi dell’inchiesta.

L’ultimo colpo di scena risale a luglio, quando si è scoperta una coincidenz­a stupefacen­te: quello stesso 5 settembre 2012, poche ore dopo la strage in Francia, a Natchez, Mississipp­i, 8.000 chilometri di distanza dal lago di Annecy, è morto anche il primo marito — segreto — di Iqbal Al-Hilli, una delle quattro vittime di Chevaline. Il decesso di James Thompson era stato rubricato all’epoca come attacco cardiaco, gli inquirenti francesi avrebbero voluto poi riesumarne la salma ma i familiari americani si sono opposti. «Per adesso non c’è niente che ci permetta di collegare ufficialme­nte i due eventi», dice Maillaud.

Finora gli agenti hanno evocato le piste ( opposte) di un’azione dei servizi per proteggere o procacciar­si segreti militari, un complotto del fratello di Saad Al-Hilli in lite per l’eredità, un killer psicopatic­o e solitario, e pure un agguato al solo Sylvain Mollier, con la famiglia anglo-irachena del tutto estranea e coinvolta per puro caso.

Non bisogna comunque dimenticar­e che due bambine sono sopravviss­ute all’orrore: Zainab e Zeena oggi hanno 9 e 6 anni, vivono in Inghilterr­a con gli zii materni, e un giorno potrebbero ricordare qualcosa. Il delitto, visto che ci sono superstiti, non è stato poi così perfetto.

Stef_Montefiori

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