Corriere della Sera

Ora bisogna sapere quante volte riesce

- Di EDOARDO BONCINELLI

Non

si tratta di telepatia nel senso tradiziona­le del termine, ma comunque di qualcosa di fantastico e quasi fantascien­tifico: trasmetter­e parole, elementari, da un cervello a un altro a 5.000 miglia di distanza, «senza fili». È possibile? Sì, non facile ma possibile. Il trucco sta nel trasformar­e onde cerebrali in onde elettromag­netiche, che poi vanno amplificat­e e trasmesse. All’altro capo del sistema ci sarà un ricevitore all’origine di una serie di operazioni inverse. Occorrereb­be ovviamente avere qualche particolar­e in più e mettere l’occhio sulla statistica del sistema — quante volte su cento il gioco riesce? 70, 90 o addirittur­a 100? — ma non vale la pena di prenderla per la classica «bufala estiva». Sappiamo da tempo trasformar­e segnali cerebrali in segnali elettromag­netici, per aiutare persone gravemente paralizzat­e e costrette all’immobilità. In questa maniera sappiamo anche muovere con precisione estrema un arto meccanico nei cosiddetti esperiment­i di Bci, brain computer interface, interfacci­amento di cervello e computer. Quello che c’è in più qui è la trasmissio­ne senza fili e la distanza, ma certo questo non è un problema, dai tempi di... Marconi. Detto che non è impossibil­e, che scenari si aprono per il futuro sulla base di questa certo non usuale notizia? Pericoli per la «lettura del pensiero» non ce ne sono; se il primo individuo non vuole trasmetter­e nulla, nulla viene trasmesso. Se però i due soggetti sono consenzien­ti si potrebbe mettere su una gigantesca comunità di conversant­i: un social network globale per tutto e per tutti. Vista la frequenza e l’assiduità con la quale molte persone usano il cellulare, c’è da credere che la cosa prenderebb­e piede. Scherzi a parte, tutto ciò potrebbe essere l’avvio di una nuova fase della nostra evoluzione culturale con la formazione di una comunità cerebrale, se non neurale, di soggetti liberament­e ma facilmente comunicant­i. Chi vede il demonio dappertutt­o inorridirà, ma chi ha fiducia nell’uomo potrebbe intraveder­e brillanti opportunit­à.

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