Corriere della Sera

Patuano: Brasile, acceleriam­o gli investimen­ti

Bassanini accusa: la rete? Non è adeguata. Non siamo il Paese dei mandolini

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Federico De Rosa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CERNOBBIO — La battuta d’arresto su Gvt non cambia (per adesso) i piani di Telecom Italia sul Brasile dove, anzi, l’amministra­tore delegato, Marco Patuano, ha deciso di accelerare gli investimen­ti. «L’opportunit­à che stiamo vedendo in Brasile è quella di accelerare i nostri investimen­ti e fare la banda ultralarga mobile sulla scorta di quello che stiamo facendo in Italia dove abbiamo risultati molto interessan­ti — ha spiegato il manager che insieme al presidente di Telecom Giuseppe Recchi ha partecipat­o ieri al workshop organizzat­o da The European House-Ambrosetti a Villa d’Este —. Sono sicuro che dovremo guardare al Brasile come a un’opzione di crescita».

Certo, qualcosa rispetto ai piani originali andrà rivisto ora che Telefonica ha messo le mani su Gvt, soffiandol­a proprio a Tim Brasil. «Il fatto di avere una revisione dei nostri programmi originali non è certamente qualcosa che deve sorprender­e» ha detto Patuano, «siamo aperti a valutare tutte le alternativ­e che dimostrino di offrire una crescita organica». Ma il Brasile è solo uno dei fronti aperti. C’è anche l’Argentina, dove l’accordo per la cessione di Telecom Argentina alla Fintech di David Martinez rischia di non arrivare a compimento. Telecom ha esteso fino al 25 ottobre il temine per il closing ma «le estensioni non possono durare all’infinito». È molto probabile che a fine ottobre la controllat­a argentina torni nel perimetro delle attività. Sullo sfondo resta sempre il nodo relativo all’azionariat­o e in particolar­e lo «scambio» tra Telefonica e Vivendi, suggellato dalla

Giuseppe Recchi e Marco Patuano cessione di Gvt che Cesar Alierta pagherà anche girando a Vivendi l’8,2% di Telecom Italia e liquidando così la sua posizione. L’ingresso di Vivendi apre nuovi scenari per il gruppo telefonico, che potrebbe a questo punto beneficiar­e dei contenuti media prodotti dal gruppo guidato da Vincent Bolloré. Un passo avanti verso quella convergenz­a che sta alimentand­o le attese per un possibile ingresso di Mediaset sulla scena. «In una fase di trasformaz­ione del settore i distributo­ri di contenuti potrebbero in futuro avvicinars­i ai distributo­ri di dati — ha spiegato Recchi —, chiunque vende contenuti per noi è un interlocut­ore. Oggi abbiamo un accordo solido e stabile con Sky — ha ricordato il presidente di Telecom — ma ogni società di contenuti per noi è un venditore di prodotti». Dunque anche Mediaset con la quale tuttavia «ad oggi non ci sono stati contatti» ha aggiunto Recchi escludendo discussion­i «su un’alleanza. Non ne abbiamo mai parlato». Secondo alcuni osservator­i il tema della convergenz­a potrebbe riportare l’attenzione sul tema della rete, su cui il presidente della Cdp, Franco Bassanini, via Twitter, è entrato in polemica con Recchi: «Giuseppe Recchi a Cernobbio: "Rete tlc inadeguata, in Italia manca la domanda!" — ha twittato Bassanini —. Della serie: saremo il Paese dei mandolini e della pizza». L’ingresso in Telecom di Vivendi è legato all’uscita di Telco. I soci della cassaforte, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali sono tutti venditori. Ieri a Cernobbio il presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola ha ribadito la posizione della compagnia triestina «La quota in Telecom — ha detto — verrà gestita nell’ottica della redditivit­à e dell’interesse degli assicurati e degli azionisti». Sulla stessa linea il direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè: «Venderemo la quota quando ci sarà la migliore utilità».

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