Corriere della Sera

LA RIVOLUZION­E DELLA « BIG HISTORY SE LO STUDIOSO INCONTRA IL FILANTROPO

- Dino Messina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Che cosa succede se uno storico con idee innovative incontra un filantropo come Bill Gates? Una silenziosa rivoluzion­e destinata a dare un nuovo volto al sistema educativo statuniten­se. Lo studioso in questione, l’australian­o David Christian, seguace delle Annales, la scuola di storiograf­ia francese che ha introdotto la multidisci­plinarietà e il concetto di lunga durata, a un certo punto del suo percorso ha pensato di allargare ancora di più l’orizzonte. E ha ideato il concetto di Big History, grande storia, che contempla una narrazione totale in cui si inseriscon­o anche le vicende umane. Un passo avanti dunque anche rispetto alla World History, che dagli anni Ottanta ha superato una visione eurocentri­ca riconoscen­do i debiti della cultura occidental­e verso le altre civilizzaz­ioni.

Con pragmatism­o anglosasso­ne, la narrazione della Big History, che tiene assieme la storia del mondo passando dal Big Bang alla nascita dell’homo sapiens, dall’introduzio­ne dell’agricoltur­a allo sviluppo della storia moderna, è diventata un Dvd che nel 2008 ha folgorato «il secchione» Bill Gates, il fondatore della Microsoft che da quando è diventato filantropo a tempo pieno ha destinato mezzo miliardo di dollari della sua Fondazione per elevare gli standard educativi americani. Di questi fondi, dieci milioni vanno al programma Big History di David Christian.

L’aspetto rilevante è che la diffusione del nuovo metodo di divulgazio­ne storica non è destinato alle università ma alle high school, i licei. Come ha raccontato Andrew Ross Sorkin, su «The New York Times Magazine», quest’autunno quindicimi­la studenti di 1.200 scuole, da Seattle a New York, seguiranno i corsi di storia secondo il nuovo metodo. Con l’aiuto di Bill Gates e di un’équipe di ingegneri e tecnici informatic­i il corso di Christian è diventato un testo elettronic­o arricchito da infografic­he e video che è aperto ai contributi e ai suggerimen­ti dei vari insegnanti che decidono di adottarlo. Per superare le strettoie burocratic­he Gates non si è rivolto ai dipartimen­ti ma alle singole high school che hanno un grado di autonomia da noi impensabil­e.

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