Corriere della Sera

Il mondo è cambiato Dunga guida la carica dei nuovi selezionat­ori

Non solo Conte: il post Mondiale ha portato novità Bene Martino, tocca a Ranieri e Petkovic

- Fabio Monti

Dopo il Mondiale, è un altro mondo. Succede ogni quattro anni, perché la coppa è il vero spartiacqu­e per federazion­i e c.t. e stavolta i cambi sono stati ancora più decisi. La disfatta del Brasile con la Germania in semifinale (1-7) ha travolto Felipao Scolari; la Cbf ha richiamato Carlos Dunga, 50 anni, già in panchina nel 2010 (fuori nei quarti con l’Olanda), che è ripartito dalla vittoria sulla Colombia ( confermato Pekerman, Falcao in campo nell’ultimo quarto d’ora) a Miami, in amichevole: 1-0, gol di Neymar su punizione a otto minuti dalla fine, espulso Cuadrado al 3’ della ripresa. È molto cambiata anche l’Argentina, seconda al Mondiale: il presidente Julio Grondona è morto a fine luglio; il c.t. Sabella ha lasciato per stress; al suo posto, è stato scelto Gerardo «El Tata» Martino, che si è presentato con il 4- 2 di mercoledì ad Hannover ai campioni del mondo della Germania, con Di Maria strepitoso e da ieri anche polemico: «Alle 11 del mattino del 13 luglio, è arrivata nel ritiro dell’Argentina una lettera del Real, che mi impediva di giocare la finale del Mondiale. Ho dovuto interrompe­re subito le cure che stavo facendo per recuperare».

Per l’Europa sono giorni particolar­i, perché cominciano oggi (Germania campione del mondo contro la Scozia, senza Lahm, che ha lasciato la Mannschaft) le qualificaz­ioni al campionato continenta­le 2016, con il passaggio da 16 a 24 squadre nella fase finale del torneo (in Francia), un numero giudicato da molti eclo cessivo perché avvicina il 50% delle nazionali partecipan­ti (54). Polemiche che Platini ha liquidato così: «Nel 2016 vedremo otto nazionali in più e saranno tutte di alto livello». La Spagna è uscita subito dal Mondiale (eliminata da Olanda e Cile), ma ha deciso di andare avanti con Vicente Del Bosque (era più perplesso lui dei suoi critici), che ha avviato una difficile fase di Novità Dall’alto: Claudio Ranieri, c.t. della Grecia; Tata Martino, Argentina; Vladimir Petkovic, Svizzera (Reuters, Epa)

Serie B: seconda giornata

Ritorno Carlos Dunga, 50 anni, è tornato sulla panchina del Brasile dopo aver guidato la Seleçao dal 2006 al 2010

(Ap) rinnovamen­to, dopo l’addio alla Roja di Xabi Alonso e di Xavi. L’inizio ha coinciso con la sconfitta in amichevole con la Francia (0-1) e con l’infortunio di Diego Costa, ma non è il talento che manca ai campioni d’Europa. Ha cambiato tutto l’Italia, seconda nel 2012; l’Olanda, che due anni fa era reduce dal secondo posto al Mondiale ed era uscita subito dall’Europeo, è passata da Van Gaal (terzo in Brasile) a Hiddink, che ha cominciato male a Bari.

Una delle sorprese della coppa del mondo è stata la Grecia, eliminata ai rigori negli ottavi: Fernando Santos ha lasciato e al suo posto, ecco Claudio Ranieri, che debutta oggi allo stadio Karaiskaki­s di Atene contro la Romania. E c’è l’esordio in gare ufficiali anche per un altro allenatore, che ha lavorato in Italia: Vladimir Petkovic, l’uomo con tre nazionalit­à (corata, bosniaca e svizzera), ha preso il posto di Hitzfeld, in base al contratto siglato prima del Mondiale e che gli era costato l’esonero da parte della Lazio. Il debutto è fissato a Basilea contro l’Inghilterr­a, che invece ha deciso di proseguire con Roy Hodgson, nonostante il pessimo Mondiale. Ha deciso di lasciare Gerrard e Rooney è diventato capitano. Sono molti i c.t. che sono riusciti a difendere la propria panchina. Il Portogallo, reduce da un Mondiale deludente, continua a credere nelle qualità di Bento come c.t. (esordio oggi contro l’Albania di De Biasi): non ci sarà Cristiano Ronaldo, che zoppicava anche al Mondiale. E non ha cambiato c.t. nemmeno la Russia, che affronta le qualificaz­ione europee, in attesa di ospitare il Mondiale 2018, nel segno di Capello, ancora in attesa degli arretrati dello stipendio. Anche Susic non ha perso il posto alla guida della nazionale bosniaca, dopo un discreto Mondiale, così come Erik Hamren, c.t. della Svezia che ha mancato il Brasile perdendo il playoff con il Portogallo e Morten Olsen, riconferma­to dalla dirigenza danese subito dopo l’eliminazio­ne pre- mondiale. Con loro è solidissim­o in panchina Fatih Terim. La Turchia non si era nemmeno qualificat­a per il Mondiale, ma gli « imperatori » non si discutono.

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